Voto di scambio politico-mafioso, Gratteri: ‘Gente senza ideologia, nè vergogna’
Secondo il magistrato calabrese "oggi ci si prostituisce per poco" e questa pratica "è antica quanto il voto stesso"
14 Giugno 2024 - 07:31 | di Eva Curatola

Ieri sera, ospite della trasmissione Restart di Rai3, il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri. Il magistrato ha discusso di vari temi cruciali come la riforma della giustizia e le infiltrazioni mafiose. Durante l’intervista, sono emersi anche argomenti legati alle inchieste “a orologeria”, il ruolo della magistratura e le baby gang a Napoli.
Gratteri si è soffermato, in particolar modo, sul tema del voto di scambio, sottolineando la sua antichità e persistenza nel tempo.
“Il voto di scambio è antico quanto è antico il voto”, ha affermato il procuratore, richiamando un episodio storico molto significativo:
“Se andiamo a ritroso, nella storia, fino alle elezioni del 1869 a Reggio Calabria, scopriremo che il Prefetto fu costretto ad annullarle, proprio a causa della quantità di voti falsi pervenuti”.
Il procuratore ha spiegato, poi, come il voto di scambio si sia evoluto nel tempo, adattandosi alle nuove tecnologie, ma mantenendo sostanzialmente invariati i “prezzi” del voto, sebbene influenzati dall’inflazione.
“Ovviamente non mi riferisco ad indagini in corso, ma la storia giudiziaria è ricca di casi documentati di rilevanza penale legati a questa pratica.
Gratteri ha inoltre descritto la figura di chi si occupa di spostare le preferenze elettorali:
“Coloro che possiedono pacchetti di voti non hanno ideologie politiche, non sono né di destra, né di sinistra, ma si mettono al servizio del miglior offerente. Questa società – ha aggiunto- soffre di un forte abbassamento dell’etica e della morale, mentre si è perso il rossore, la vergogna, la gente si prostituisce per poco, non deve meravigliarci, dunque, quello che accade”.
Le parole di Gratteri hanno messo in luce le profonde problematiche etiche e morali legate al voto di scambio, offrendo uno spaccato della realtà che spesso rimane nascosta ma che continua a influenzare il sistema elettorale italiano. La sua analisi ha sollevato importanti interrogativi su come affrontare e risolvere queste dinamiche per garantire un sistema democratico più trasparente e giusto.
