Villette di Punta Pellaro, telenovela infinita: da 23 anni ‘ostaggio’ della giustizia – FOTO

Non c'è fine alla storia ingarbugliata delle villette di Punta Pellaro, da anni in stato di abbandono. Ma ci sono possibili sviluppi

Villette Punta Pellaro Falduto

La vicenda ha inizio 23 anni anni fa.

Quando nel piccolo paradiso di Punta Pellaro, nel 2000, vennero costruite 42 villette monofamiliari. Il prestigioso complesso alberghiero, costruito dalla Falgest Srl avrebbe dovuto accogliere migliaia di turisti. Almeno questo era l’obiettivo dei costruttori reggini.

Villette di Punta Pellaro, un calvario giudiziario estenuante

L’enorme struttura che si affaccia sullo Stretto, dal valore inestimabile, era stata infatti all’epoca pensata per far vivere momenti di svago, relax e divertimento agli ospiti del ‘villaggio’ con tanto di area verde, piccolo market, bar e attività commerciali al suo interno.

Purtroppo l’idea iniziale degli imprenditori è fallita sul nascere a causa di alcune denunce di associazioni ambientaliste e del successivo iter legale ingarbugliato creatosi negli anni. Segue un lungo vortice giudiziario perverso che ha reso ‘immobile’ il residence di Punta Pellaro per tutti questi anni. Struttura che oggi si presenta in pieno stato di abbandono e degrado.

La prima denuncia arriva dalla LIPU (ne seguirà un’altra di Legambiente). Le associazione ambientaliste accusavano i costruttori di presunti abusi edilizi.

Il progetto, nonostante le regolari autorizzazioni, è stato oggetto di un intervento di sequestro da parte della magistratura con conseguente rinvio a giudizio delle due società costruttrici. Il giudice, in primo grado, assolve le ditte perchè il fatto non sussiste ma interpreta la volontà della vendita di alcune villette come lottizzazione abusiva di tipo negoziale. Di fatto quindi le ditte vengono assolte ma con sequestro del bene.

La questione arriva poi in appello, qui il collegio giudicante riforma la sentenza di primo grado restituendo il bene alle due società Falgest Srl e Gironda. Ma non finisce qui. La procura presenta ricorso in Cassazione e qui arriva la vera sorpresa.

La Suprema Corte accoglie, ma solo in parte, il ricorso e annulla di fatto il giudizio di appello. Ripristina inoltre il giudizio di primo grado con assoluzione delle società ma con sequestro del bene.

Il residence passa così nelle mani del Comune che ne acquisisce la disponibilità, con il compito di renderlo efficiente e valorizzarlo. Succede però l’esatto contrario, il complesso infatti negli anni viene completamente devastato oggetto continuo di atti vandalici.

La Corte Europea condanna l’Italia: ‘le villette non erano abusive’

Arriva infine, dopo il ricorso a Strasburgo, la sentenza della Corte Europea contro lo Stato Italiano per le villette di Punta Pellaro e altre opere edilizie in Puglia e Sardegna.

La Corte europea dei diritti umani, con una sentenza non appellabile, stabilisce che le autorità italiane non avrebbero dovuto procedere con la confisca di numerosi terreni per costruzione abusiva senza una previa condanna dei responsabili.

Per i giudici dunque le autorità italiane hanno violato il diritto al rispetto della proprietà privata.

Nella sentenza la Corte di Strasburgo definisce la misura di confisca attuata nei confronti di 4 società (tra cui la Falgest Srl) come ‘sproporzionata’, riservandosi tuttavia di decidere in un secondo momento sull’ammontare del risarcimento invitando le parti ad intraprendere una procedura di accordo bonario.

Quale il futuro del residence di Punta Pellaro?

Secondo quanto raccolto da CityNow adesso i proprietari stanno solo attendendo che venga quantificato il danno così da poter riprogrammare il nuovo progetto delle villette di Punta Pellaro.

Al momento si è proceduto ad una parziale pulizia dell’area, in attesa di capire come e quando ripartire.

Una cosa è certa, la struttura manterrà sempre una destinazione turistica alberghiera.

La sentenza della Corte Europea restituisce dunque giustizia agli imprenditori ma rimane ancora in stand by la possibilità di utilizzo degli immobili che in questi anni sono stati oggetto di gravi atti di vandalismo e che hanno comportato ingenti danni economici.

La speranza è di rivedere al più presto gli operai al lavoro per il recupero del residence, inserito in uno dei punti geografici più belli e suggestivi al mondo.

Un simile complesso alberghiero, in ottica di un futuro reale ‘Parco del Vento‘ accoglierebbe durante l’anno migliaia di turisti portando beneficio all’intera collettività.