‘Cecè’ Tripodo, cantautore arrivato in Irlanda: ‘La vera musica non ha barriere. Ed emoziona’
Trasferitosi in Irlanda, Vincenzo Tripodo era alla ricerca della giusta opportunità. Cantautore agli inizi di carriera, il percorso non poteva che essere irto di ostacoli
12 Settembre 2016 - 19:21 | di Pasquale Romano
Tutto è iniziato con un ‘Miracolo’. Trasferitosi in Irlanda, Vincenzo Tripodo era alla ricerca della giusta opportunità. Cantautore agli inizi di carriera, il percorso non poteva che essere irto di ostacoli. La musica una passione viscerale, scattata grazie ad un regalo…:’Avevo 17 anni quando ho ricevuto la mia prima chitarra -ricorda ai microfoni di City Now- da quel momento non ho più smesso di suonare’.
Non poteva che essere la scuola di cantautori italiani anni ’70-80 la primaria fonte di ispirazione del musicista reggino: ‘Guccini, De Andrè, De Gregori, come tutti ho iniziato strimpellando questi autori. Poi ho iniziato a comporre musica e testi originali, il viaggio in Irlanda ha rappresentato lo spartiacque del mio percorso artistico…’. Il miracolo appunto. Da autore di ‘musica di strada’, Tripodo si fa apprezzare in terra irlandese, fino all’incontro che ne ha mutato il destino: “Casualmente ho conosciuto una persona che ha apprezzato la mia musica. Grazie a lui ho iniziato a suonare nei pub irlandesi, e a farmi conoscere fuori dai confini italiani”.
Nato e cresciuto a Reggio Calabria, Cecè Tripodo dopo l’esperienza in Irlanda si è stabilito ad Arezzo, dove attualmente studia Lingua e Letteratura. Dal mix di esperienze ed emozioni degli ultimi anni è nato ‘Il Bivacco’, primo Ep del cantautore reggino. “L’ho suonato assieme al gruppo che mi accompagna anche nei live. Ho stima nei loro confronti, sono bravi musicisti e siamo diventati anche amici. Spero, con questo Ep, di aver trasmesso emozioni e sensazioni provate negli ultimi tempi’.
Sulla scena musicale italiana si sono affacciati diversi cantautori di rilievo, Tripodo non crede ad una involuzione della scuola che ancora oggi viene ricordata come quasi irripetibile: ‘Ci sono artisti come Vinicio Capossela, Bobo Rondelli, Mannarino e tanti altri. Secondo me c’è una evoluzione in tutto, ogni periodo ha le sue esigenze ed i suoi contesti. Non bisogna condannare a prescindere, stesso discorso vale per i talent in tv. L’idea di fare da vetrina dei giovani talenti è da applaudire, meno -sottolinea l’artista reggino- quella della ‘sfida’ a tutti i costi. Nella musica non deve esserci un vincitore e un perdente, ma diversi portatori di un messaggio’.
Un flusso che non ha inizio o fine, Cecè Tripodo descrive il suo rapporto con la musica: ‘Odio classificazioni e barriere. Credo bisogna lasciare libero ogni artista di esprimersi come meglio crede, senza etichette di nessun genere. Io non saprei descrivere la mia musica, non mi interessa nemmeno farlo. E’ la rappresentazione di esperienze ed emozioni, e spero di poter coinvolgere il pubblico allo stesso modo’. Continuate a vivere la vostra vita musicata, venendo con sentimenti di gioia misto fuoco, questo il verso che il cantautore reggino sceglie per ‘raccontarsi’.
Il racconto della sua terra, Reggio Calabria, è particolarmente sofferto. ‘La amo e la odio’ sussurra Tripodo, prima di spiegare nel dettaglio il senso di un sentimento particolarmente intenso, pieno di sfumature: ‘Ho un rapporto particolare con la mia città. Ci sono iniziative interessanti, progetti stimolanti, ma anche problemi antichi che la asfissiano. I soliti favoritismi, ‘comparati’, rovinano il presente di Reggio e rischiano di comprometterne il futuro. Il potere viene usato in modo negativo, non per costruire ma per distruggere. Spero questa realtà possa presto cambiare’.
Nei progetti futuri di Cecè Tripodo c’è anche l’idea di un ritorno a Reggio Calabria per un concerto (‘Perchè no, mi piacerebbe. Intanto inizierò i live in Irlanda, il mio organismo ha bisogno di musica dal vivo’ sorride, ndr) e la garanzia che la musica sarà fedele compagna di vita: ‘Mi seguirà per sempre, in un modo o nell’altro. Non escludo di poter fare altro in futuro, per esempio ho maturato alcune esperienze in teatro. Ma la chitarra sarà sempre al mio fianco. E, seppur orgogliosamente calabrese, proseguirò appassionato il mio cammino da cittadino del mondo…’.