Veronica Pivetti si fa in 3 e stupisce: ‘Viktor und Viktoria’ strega il Cilea
Veronica Pivetti, ‘uno e trino’, semplicemente strepitosa e a suo agio dentro i panni di Viktoria strega il Teatro Francesco Cilea
29 Gennaio 2019 - 12:03 | di Pasquale Romano
Cocktail perfetto. Lo spettacolo Viktor und Viktoria ha tutti gli ingredienti per conquistare e stregare chi vi assiste, il Teatro Cilea di Reggio Calabria non ha fatto eccezione.
Veronica Pivetti ‘uno e trino’, semplicemente strepitosa e a suo agio dentro i panni di Viktoria, attrice talentuosa ma disoccupata, obbligata a vestire i panni di un uomo (a sua volta impegnato a recitare in un ruolo femminile…) per sbarcare il lunario, il tutto su ‘suggerimento’ di Vito Esposito (interpretato da Yari Gugliucci), napoletano emigrato in cerca di fortune.
Viktoria veste quindi i panni di Viktor, conquista le platee e gira i teatri più prestigiosi del mondo. Il suo fascino androgino scatenerà presto curiosità e sospetti, l’amore inoltre (che veste i panni raffinati del Conte Von Stein, egregiamente portato in scena da Giorgio Borghetti) come sempre è in agguato…
Ci sono ancora Pia Engleberth nella parte dell’impresaria, Roberta Carocci come l’appetitosa ballerina di fila di cui si è innamorato Vito, Nicola Sorrenti nel ruolo sbarazzino dell’attrezzista Gerhardt, i quali, ciascuno per la propria parte, contribuiscono spiritosamente al successo della serata.
Tra battute di spirito e divertenti equivoci si legge la critica ad una società bigotta e superficiale sempre pronta a giudicare dalle apparenze. La riflessione è doppia, se contestualizzata da un punto di vista spaziotemporale, coordinate che ci portano direttamente negli anni ’30 e nella complicata Berlino della Repubblica di Weimar.
Emerge palese la cupezza maliconica della Germania anni ’30, con il nazismo e la figura di Hitler che si staglia evidente all’orizzonte. E’ un’epoca di tristi recinti, che hanno come perfetto contraltare l’anima ‘incatalogabile’ di Viktoria.
Perfino uno sciupafemmine incallito come il Conte Voin Stein va in confusione (o forse no?) ed è pronto, seppur già certo della natura di Viktoria, a farsi condannare per il proprio amore.
Lo spettacolo è elegante e a tratti lussuoso, la recitazione si mescola perfettamente agli intermezzi musicali. Tra grand hotel, cristalli scintillanti e abiti da gran sera si respira a pieni polmoni l’atmosfera “bohème”.
La scrittura di Giovanna Gra è ispirata, e si piazza a metà tra la raffinatezza malinconico-amorosa di Woody Allen e la classica commedia fatta di equivoci e passioni che ci riporta direttamente ai tempi di Billy Wilder.
“L’amore fa perdere tempo…e il tempo fa perdere l’amore”. La sintesi poco romantica ma forse rappresentativa è di Vito Esposito, la speranza invece è racchiusa nella girandola di travestimenti che alla fine lascia Viktoria nuda, sola con la sua anima. Libera di ricredersi e sconfessare sè stessa: libera di amare.
L’evento era inserito nel cartellone de “Le maschere e i volti” organizzato dalla “Polis Cultura”.
VIKTOR UND KIKTORIA
commedia con musiche liberamente ispirata all’omonimo film del 1933 di Reinhold Schünzel
regia Emanuele Gamba
scrittura versione originale Giovanna Gra
con Veronica Pivetti
e Giorgio Borghetti, Yari Gugliucci
e con Pia Engleberth, Roberta Cartocci, Nicola Sorrenti
regia Emanuele Gamba
scene Alessandro Chiti
costumi Valter Azzini
luci Alessandro Verazzi