Reggio, a Sala di Mosorrofa la veglia di preghiera per il lavoro nel ricordo di Papa Francesco

Le parrocchie di Mosorrofa e San Sperato organizzano una veglia di preghiera per il lavoro e per ricordare Papa Francesco il 30 aprile

Panorama Mosorrofa

Le parrocchie gemellate di San Demetrio in Mosorrofa e di San Sperato hanno organizzato per il 30 aprile una veglia di preghiera per il mondo del lavoro dal titolo “Donaci o Dio la sapienza del cuore”. Alla vigilia della festività del 1° maggio, utilizzando un canovaccio proposto dal Movimento Lavoratori nazionale di Azione Cattolica (MLAC), le due parrocchie che vivono al loro interno, come del resto tutta la Calabria, l’enorme disagio della mancanza di lavoro e del lavoro sfruttato e sottopagato che costringe molti dei loro giovani all’emigrazione si ritroveranno nella chiesa di San Domenico a Sala di Mosorrofa per pregare ma anche per riflettere.

Il ritorno alla casa del Padre di Papa Francesco ha indirizzato la veglia anche verso una preghiera di suffragio per questo nostro fratello che tanto ha dato in termini di riflessioni e di esempio a tutto il popolo di Dio e al mondo intero.

Veglia di preghiera maggio Sala di Mosorrofa

La veglia prende spunto proprio dal messaggio che il Santo Padre Francesco aveva indirizzato per la Giornata mondiale della pace del 1 gennaio 2024 con tema l’intelligenza artificiale e le sue ricadute sulla vita delle persone e sul mondo del lavoro. Tema ribadito nel messaggio per la 58a Giornata Mondiale per le Comunicazioni Sociali di quest’anno.

Lo schema della preghiera parte dalla contemplazione e presa di coscienza del cuore di Pietra nel quale un uso spersonalizzante della tecnologia ci può portare. “l’utilizzo stesso della parola “intelligenza” è fuorviante. Le macchine possiedono certamente una capacità smisuratamente maggiore rispetto all’uomo di memorizzare i dati e di correlarli tra loro, ma spetta all’uomo e solo a lui decodificarne il senso” (Papa Francesco). Se le macchine si sostituiscono all’uomo, al suo essere relazionale ecco che c’è il rischio che il suo cuore si inaridisca.

Attraverso l’invocazione della discesa dello Spirito Santo, simboleggiato nella veglia da una lampada accesa, affinché la rivoluzione digitale ci porti ad una maggiore libertà e non nel buio della prigionia degli schemi o di algoritmi, ci inoltreremo verso la scoperta di un cuore nuovo.

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“L’informazione non può essere separata dalla relazione esistenziale: implica il corpo, lo stare nella realtà; chiede di mettere in relazione non solo dati, ma esperienze; esige il volto, lo sguardo, la compassione oltre che la condivisione” (Papa Francesco).

Nella terza parte si contemplerà la riscoperta di un cuore di Carne, l’umanità.

“Il cuore, inteso biblicamente come sede della libertà e delle decisioni più importanti della vita, è simbolo di integrità, di unità, ma evoca anche gli affetti, i desideri, i sogni, ed è soprattutto luogo interiore dell’incontro con Dio. La sapienza del cuore è perciò quella virtù che ci permette di tessere insieme il tutto e le parti, le decisioni e le loro conseguenze, le altezze e le fragilità, il passato e il futuro, l’io e il noi” (Papa Francesco).

Una veglia dunque che alla luce della scomparsa di Papa Francesco assumerà ancor di più per tutte e due le comunità un significato di ringraziamento e di impegno. Il grazie a Papa Francesco per tutto quello che ci ha lasciato e l’impegno a continuare nel solco da Lui tracciato. Impegno a vegliare e operare affinché il progresso ci porti ad un maggiore sviluppo lavorativo e ad una contemporanea crescita umana che parta dall’attenzione agli ultimi, ai più bisognosi.

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Ci piace chiudere questa nota con un’altra frase di Papa Francesco pronunciata a Casa Santa Marta nell’omelia di una messa quotidiana il 1° maggio 2020 che esprime bene il Suo pensiero sul lavoro:

“L’uomo è coinvolto nel lavorare. È la prima vocazione dell’uomo: lavorare. E questo dà dignità all’uomo”.

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