Varia di Palmi, l'ingegnere Scarfone: 'Impresa difficile e antica'

"Costruzione fedele all'originale, con un ponteggio medievale e la macchina in ferro battuto vero capolavoro" commenta il costruttore della Varia

Oramai manca poco ad uno degli eventi più importanti e rappresentativi della nostra Regione, dal 2013 Patrimonio Unesco. La Varia di Palmi seguirà il tradizionale percorso con il trasporto trionfale in onore di Maria Santissima della Sacra Lettera, patrona del paese.

Un carro alto sedici metri trasportato per le vie del paese dagli ‘mbuttaturi, i portatori a spalla del carro votivo “a bordo” del quale trovano posto figuranti umani. In questi giorni abbiamo conosciuto, in seguito alle consuete elezioni, la figura dell’Animella che simboleggia la Madonna assunta in cielo.

Il suo nome è Maria Teresa Leva, come da tradizione una bambina di età compresa tra i 10 e i 12 anni che siederà su un seggiolino sulla sommità del carro votivo, a 16 metri da terra. E come detto non è l’unica figurante umana a prendere posto sull’enorme struttura trasportata a spalla.

Il pericolo di incidenti nel bagno di folla che ogni anno riempie le vie del paese, e l’incolumità dei figuranti umani a bordo del carro sono sicuramente la priorità dei progettisti, dei carpentieri, degli ingegneri e di tutte le figure che lavorano sull’allestimento del carro votivo.

Ai microfoni di Gazzetta del Sud Antonio Scarfone, ingegnere e costruttore della Varia di Palmi, racconta il lavoro di questi mesi:

“È una grossa responsabilità, non lo possiamo nascondere. Dal punto di vista tecnico, perché è un’impresa difficile e antica, nel senso che non la costruiamo con tecniche moderne: l’unica introduzione di modernità è stata l’uso di una gru che ci ha aiutato a far prima a sollevare i carichi. Per il resto è una costruzione assolutamente rimasta fedele all’originale, con un ponteggio come quello delle cattedrali del Medioevo. Non abbiamo voluto sostituirlo con uno moderno perché grazie a Dio abbiamo ancora dei maestri come Pasquale Mercuri o Gigi Parisi, storico costruttore carpentiere della Varia. Riusciamo quindi a mantenere anche una tradizione nella tradizione“.

L’antico progetto della macchina

“E poi abbiamo la nostra macchina, costruita nel 1897, anche se il “cippo” è stato rifatto modernizzandolo, ma sul progetto originale. La macchina è essa stessa un capolavoro di ferro antico lavorato e battuto a mano con le sue forme armoniose in uno stabilimento creato apposta qui a Palmi. Oggi abbiamo tutti i materiali, a quei tempi era un’impresa rischiosissima creare una macchina alta sedici metri”.

Prosegue Scarfone nella descrizione della Varia:

“Dovendo rappresentare l’assunzione della Madonna al cielo, la macchina raffigura “plasticamente” questo viaggio. La Vergine Maria si addormenta tra gli apostoli nella scena sul cippo, la “Dormitio Virginis”. E il suo viaggio “siderale”, nella visione aristotelico-tolemaica con la Terra (il cippo) al centro dell’universo, è reso dalla presenza di stelle e angeli: la Madonna, per raggiungere l’empireo, deve attraversare tutti i pianeti raffigurati dalle cerchie angeliche, come fece Dante.

Conclude l’ingegnere Scarfone:

“Quindi questo è un carro allegorico coerente alle conoscenze del 1535, quando fu fatto per la prima volta dall’erudito e matematico benedettino Francesco Maurolico, di Messina. È come se avessimo preso tutta la cultura “scolastica” medievale, ma anche quella classica antica, e l’avessimo messa su un carro. Quindi in effetti è una macchina che ha un valore storico, oltre che culturale, enorme”.