Uno sguardo sul sociale, i laboratori di comunità: da una stanza senza vita a una senza tetto

Torna il consueto appuntamento con la rubrica curata dalla dott.ssa Falduto. Ecco cosa hanno ideato gli studenti reggini insieme ad ActionAid

La Scuola è chiamata oggi a riconoscere, accompagnare e gestire situazioni di rischio sempre più complesse, rappresenta simbolicamente quel bacino in cui trovano espressione e contenimento disagi importanti.

La didattica tradizionale è chiamata a fare i conti con nuove modalità di comunicare, di apprendere e di relazionarsi. Sono tante le domande che interrogano la scuola proprio a partire dall’ascolto attento dei ragazzi stessi: è possibile sganciare l’apprendimento dal rendimento?

Si può liberare il movimento verso la curiosità e il desiderio di sapere dalla corsa affannata al voto, alla valutazione, al giudizio? E ancora, come arginare la deriva verso un’ideologia medicalizzante della scuola, quello spietato tentativo di trasformarla in una clinica specializzata che si rifugia nelle diagnosi, nelle etichette rassicuranti, anziché allenarsi all’ascolto del particolare e della singolarità della vita?

Un grido unanime proviene dalle periferie nord e sud di Reggio Calabria, da quelle vite al bordo le cui voci sono spesso trascurate, inascoltate, dimenticate: l’analisi di contesto fornita dalle più recenti ricerche di ActionAid, ci espone immediatamente di fronte a dati preoccupanti: la percentuale di bambini e adolescenti che vivono in condizioni di povertà educativa è più che triplicata e attualmente supera il 14%, in particolare in Calabria e Sicilia (Istat 2022). Persistono forti diseguaglianze educative determinate dal background socioeconomico, dall’origine, dal territorio di residenza.

E’ l’Istituto Fermi- Boccioni di Reggio Calabria assieme ad ActionAid a rispondere “Presente!” all’appello di comunità.

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A conclusione dell’esperienza dei laboratori di comunità, interamente pensati e organizzati dai ragazzi a partire dai loro bisogni – concepiti per dare forma alle proprie idee e metterle in parola – si è presentata la possibilità di progettare assieme uno spazio condiviso, di scegliere uno spazio della propria scuola in disuso, senza vita per renderlo fruibile e destinarlo a scopi nuovi con l’impegno e la responsabilità comune di cura, di autogestione e trasmissione.

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Un modo quindi per abitare la scuola, per dare continuità alla bellezza dell’incontro, alla potenza della parola che genera idee e cambiamento. Diversi tavoli tecnici durante l’anno hanno visto la partecipazione e il coinvolgimento attivo da parte delle istituzioni e delle associazioni del terzo settore impegnati per la realizzazione di Hub di comunità nelle aree a maggiore rischio di dispersione e abbandono scolastico; proprio qualche giorno fa, è stata inaugurata presso l’aula magna della sede Fermi l’Hub ActionAid la “Stanza senza tetto” uno spazio interno ed esterno in cui incontrarsi in un movimento solidale di giovani per i giovani, un luogo aperto, senza fissa dimora, in cui il termine “senza” non è associato alla rigida chiusura, alla privazione, ma al contrario ha il sapore della possibilità, della costruzione e della scoperta, della curiosità, della speranza. Alla tentazione del muro che separa, la stanza senza tetto è “divisa” da una parete che non raggiunge il soffitto, un elemento strutturale scelto appositamente e che simbolicamente richiama la porosità del confine, la possibilità di contaminazione, di scambio, di rete.

Un 𝑙𝑢𝑜𝑔𝑜 𝑖𝑛 𝑐𝑢𝑖 𝑒̀ 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑝𝑒𝑛𝑠𝑎𝑟𝑒 𝑎𝑝𝑝𝑢𝑛𝑡𝑜 𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑒𝑑𝑢𝑐𝑎𝑡𝑖𝑣𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑑𝑖𝑠𝑠𝑖𝑝𝑎𝑡𝑖𝑣𝑒 𝑚𝑎 𝑔𝑒𝑛𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖𝑣𝑒: 𝑢𝑛 𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑙𝑢𝑐𝑒 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑙𝑢𝑐𝑒.

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Riprendendo le parole di Massimo Recalcati

“La Scuola non è solo un dispositivo disciplinare o burocratico, privo di anima, che ricicla un sapere morto, ma è anche una esperienza possibile della luce. Sono due le anime della Scuola: quella foucaultiana della Scuola-dispositivo in cui il soggetto può sentirsi macinato, annoiato, assoggettato ad un sapere del tutto sganciato dalla vita e quella heideggeriana della Scuola-radura in cui diviene possibile incontrare il sapere come luce, come una radura che improvvisamente si apre nel mezzo del fitto del bosco”.

Troviamo altamente significativo il fatto che in un tempo così denso di silenzio, di isolamento, di dipendenze, l’obiettivo di questo spazio pensato-scelto-strutturato-organizzato dai giovani sia dedicato proprio alla forza generativa della parola; La Scuola rappresenta non solo un porto sicuro per la formazione dei nostri ragazzi, ma un contenitore capiente che, con i suoi porosi confini, permette alla vita, attraverso la vita comunitaria, di esprimersi ed espandersi.

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All’inaugurazione dell’Hub sono intervenuti: la Dirigente scolastica Prof.ssa Anna Maria Cama, la Dott.ssa Eleonora Scrivo di ActionAid Italia, l’ Architetto Giuseppe Mangano, la Dott.ssa Nadia Carbone psicologa e psicoterapeuta di Jonas Reggio Calabria, la Dott.ssa Lucia Anita Nucera Assessore comunale al Welfare e politiche della famiglia e Anna Briante Assessore alla Città consapevole.