Università ‘Dante Alighieri’, intervengono i dipendenti: ‘Ci siamo salvati da soli. La politica resti fuori’
Difesa a spada tratta dell'Accademia Internazionale Benefit ed un duro attacco alle istituzioni
03 Gennaio 2025 - 14:52 | Comunicato Stampa
I dipendenti dell’UniDA, a stragrande maggioranza (15 favorevoli e 4 astenuti), per il tramite della loro rappresentante in C.d.A., dichiarano quanto segue:
“Apprendiamo dagli organi di stampa di un comunicato diffuso dal Ministero dell’Università e della Ricerca e riguardante la validità del nuovo Statuto. I dipendenti, oltre ad aver espresso un parere positivo in C.d.A. alla proposta presentata da Accademia Internazionale Benefit, riconoscendone la serietà e la concretezza – e che per la prima volta nella storia di questo Ateneo parla di numeri, progetti e prospettive a breve termine e non di vaghe promesse – esprimono sostegno alla Governance di Ateneo e descrivono in sintesi la storia della Dante Alighieri vissuta negli ultimi anni.”
La storia recente dell’UniDA e i debiti pregressi
“Nessuno degli enti pubblici che compongono il C.d.A., rappresentati da Comune, Città Metropolitana e Camera di Commercio, ha contribuito economicamente al sostentamento dell’Università negli ultimi 10 anni. Nessuno dei soggetti che a vario titolo sedeva o pretendeva di sedere in Cda in rappresentanza delle varie associazioni o comitati della Dante Alighieri ha MAI contribuito economicamente al sostentamento dell’Università. Registriamo con certezza matematica che il sostegno economico fornito da questi signori è pari a zero.
Il debito cui l’Ateneo si è ritrovato a far fronte, che ammontava a più di due milioni di euro e che rischiava di far chiudere l’Ateneo e mandare a casa i dipendenti, è stato interamente estinto senza l’aiuto, nemmeno di idee, di tutti i soggetti che oggi pretendono di ‘salvare’ l’Università.”
Appello alla politica: “Rimanete fuori dall’UniDA”
“Il Sindaco, gli ex consiglieri e chi oggi pretende di avere titolo in un presunto salvataggio devono sapere che, attraverso il nostro duro lavoro, la nostra determinazione e il nostro coraggio, ci siamo salvati da soli. E devono sapere che abbiamo imparato a distinguere chi conosce il mondo universitario perché lo vive o ci lavora, da chi, invece, dell’Università non sa niente.
Chiediamo che la politica resti fuori dall’UniDA e che chi nulla ha fatto per tendere una mano quando erano a rischio gli stipendi, i posti di lavoro e la sopravvivenza dell’Ateneo, nulla continui a fare.
Chiediamo, inoltre, che la Governance di Ateneo si attivi per chiedere a tutti i soggetti che per anni hanno fatto parte del Consiglio di Amministrazione, il pagamento di quanto non è mai stato versato per il regolare funzionamento dell’Ateneo.”
Competenza e trasparenza nel nuovo C.d.A.
“Da ultimo, chiediamo con forza e determinazione che nel nuovo Cda, così come determinato nel nuovo statuto, siedano persone competenti e che conoscano la normativa e tutto ciò che riguarda il mondo universitario: siamo stanchi di sentire che l’Ateneo possa essere spostato dalla città di Reggio Calabria quando ciò non è né previsto né consentito dalle norme di accreditamento di sede stabilite dal sistema di valutazione universitario.
Se necessario, ma ci auguriamo di no, confidando nella capacità di discernimento e analisi del competente Ministero dell’Università e della Ricerca, siamo disposti a rappresentare le nostre istanze, la nostra storia e le nostre battaglie all’On. Ministro, Anna Maria Bernini, perché anche Lei, quale massimo esponente del sistema universitario e da sempre vicina e attenta ai dipendenti, venga a conoscenza per voce diretta e non per sentito dire, della verità.”