‘Ultramobile’ – Nei 25 anni della Coupe Fiat


Parte oggi ‘Ultramobile’, una nuova rubrica di Citynow dedicata ai motori e curata da Enzo Bollani, già ideatore della sezione musicale ‘Musikanten’. Un viaggio attuale e allo stesso tempo nostalgico, tra nuove uscite e deja-vù legati al passato. Una ‘macchina’ del tempo e non solo per arrivare, attraverso curve della memoria, al cuore di una delle più grandi passioni italiane.

 

Il 30 giugno 1993, a sorpresa, viene svelata la Coupe Fiat, vera denominazione di quella che, per esigenze di listino, venne definita Fiat Coupe, ma che proprio nel nome anteposto al marchio trova una delle tante ragion d’essere, se non la maggiore. I

n quell’ultimo giorno di giugno, tra i primi ad annunciarla fu Auto Oggi, diretta da un pilota di prim’ordine, come Giancarlo Baghetti. Sarebbe superfluo dire che fosse anche uno dei giornalisti più competenti, a livello mondiale, nel settore Automotive (allora erano in pochi a chiamarlo così), ma è doveroso tenere presente sia questo dato, sia quanto lui stesso abbia dato. Circa la Fiat e la sua sorpresa estiva, che tutto fu tranne che un amore estivo, c’è molto da dire.

Innanzitutto, la Fiat del 1993 osava molto, noncurante del fatto che la nicchia fosse poco redditizia. Aveva ragione, perché la nicchia non era poi così nicchia, con 72mila unità vendute e la prima annata, 1994, superiore alle 17mila unità. Marchionne, probabilmente, l’avrebbe bocciata sul nascere. All’epoca c’era ancora Gianni Agnelli, però, e stava per arrivare la Punto, ossia La Risposta, premiata come “Car of The Year” nel 1995 e regina europea nelle vendite, nel 1997.

La Uno vendeva ancora tantissimo, con una campagna basata sulle note di “Summertime”, di Mungo Jerry, e la Barchetta che si sarebbe svelata di lì a un anno e mezzo. Era un’altra Fiat, quella che stava per scoprirsi potentina, con l’apertura dello stabilimento di Melfi, avveniristico, innovativo, fiore all’occhiello dell’Industria europea degli anni ’90.

La Coupe non poteva che nascere in quel contesto, e inaugurare veramente quel decennio, dopo gli scompensi drammatici della Guerra del Golfo e di Tangentopoli, e voleva portare ottimismo, con un design straordinario, fantascientifico, firmato da un astro nascente del Design: Chris Bangle, poi emigrato in BMW, dove ha firmato la prima Z3, nota per “Goldeneyes”, film cult della saga 007, e per aver inaugurato l’era statunitense della Casa di Monaco, dove ha firmato successi per oltre un decennio. La Coupe Fiat segnava il ritorno della Casa Torinese nel settore delle coupe, riscoperto in primis da Russelsheim, dalla Opel, con la Calibra.

La Coupe Fiat venne svelata in una livrea emblematica: Giallo Ginestra, il medesimo della Lancia Delta HF Integrale, con la quale avrebbe condiviso la motorizzazione di punta, in versione depotenziata. Durante la sua lunga carriera, durata ben 7 anni, la Coupe Fiat è stata la trazione anteriore più veloce, prodotta in Italia, capace di accelerare da 0 a 100 in 6,3″. Una performance persino migliore di quella registrata dalla ben più potente e blasonata Porsche 968, la cui campagna enfatizzava il suo 6,5, sottolineando con un claim come “Così si fa un’auto sportiva”.

Beh, se è vero come è vero che in Fiat sappiano fare le utilitarie, è altrettanto vero che con le coupe non abbiano mai sbagliato: dalla 124 alla 130, resistita alla Crisi Petrolifera del ’73, alla Coupe di Bangle e Pininfarina, autore degli interni e firmatario del progetto globale, unitamente al Centro Stile Fiat e ad Ermanno Cressoni. Un lavoro di concerto, sicuramente capeggiato da un giovane Bangle, inequivocabilmente, che ha permesso a tanti di approdare a un prodotto di grande classe, sportività e stile. Un prodotto che, oggi, manca. Fermo restando che sia giunta l’ora di portare a casa un esemplare, possibilmente in ordine, e non necessariamente 2.0 20v Turbo.

Non per speculazione becera, all’inglese, ma per preservare la Cultura Automobilistica italiana e assicurarsi di aver ben speso quei pochi soldi che, oggi come oggi, bastano per una grandissima soddisfazione. La rivalutazione è garantita. Affidarsi, però, a un buon consulente per non incappare in esemplari rimaneggiati e centraline non rimappate da ammiocuggino. Evitare gli alettoni e gli spoiler inopportuni, o rivolgersi a un bravo carrozziere. Se gli interni sono in pelle, rivolgersi a un detailer specializzato.

Enzo Bollani | CityNow Motori Milano 2 | 1 agosto 2018