di Enzo Bollani – Fino al verdetto di Gabriele D’Annunzio, l’automobile era un oggetto identificabile al maschile.
In pratica, era il macchino.
Se non ci fosse stato il buon Rapagnetta, da Pescara, amante della velocità, del Bello, così come dell’Eccesso e della Libertà, anche se molti potranno avere da dire su quest’ultima parte, la Panda diventerebbe il Panda.
La Punto diventerebbe il Punto.
Soprattutto, non avremmo il Chilometro più bello d’Italia, e sarebbe soltanto un bel lungomare, senza poesia e senza dichiarazione di superiorità, persino alla Superba, un po’ sguarnita di vere promenade, persino alla Terrazza Mascagni, di Livorno.
Non ci basterebbe l’Etna, molto probabilmente.
Sapere di avere il Chilometro più bello d’Italia, per chi viene da fuori, è un segno distintivo.
È il Segno che fa di Reggio Calabria la vera città della Regione, il vero Capoluogo, almeno morale.
E non è un caso, quindi, se qui siano nate alcune tra le dinastie più importanti, in termini automobilistici: i Florio, su tutti, basterebbero a rendere monumento nazionale quel rudere che spunta sulla via Nazionale, verso Bagnara, con quella vecchia pubblicità, destinata a una fine molto triste, se nessuno interverrà.
È inevitabile citare Corrado Lopresto, collezionista tra i più importanti al Mondo, ben più raffinato di Ralph Lauren, per l’originalità delle scelte e perché, ad oggi, è il custode di pezzi unici, che nessuna Casa italiana avrebbe salvato.
In questo quadro, in attesa che qualche museo italiano si svegli e inizi a parlare di relazione tra Arte e Automobile, ma anche e soprattutto tra Comunicazione, Grafica e Automobile, basta varcare i confini nazionali per ritrovarsi a Chiasso, lontano dal chiasso di ministri che pensano esista ancora la Panda 1000, e che ci hanno riportato all’anno 1000, per immergersi nella Cultura dell’Automobile, femmina, come l’ha voluta D’Annunzio.
Sta andando in scena, al MAX di Chiasso, Museo aperto su iniziativa della fondazione Max Huber-Kono, una mostra evento di assoluta vivacità e di grande interesse, che ha registrato il tutto esaurito, in questo primo scorcio di programmazione: “Auto, che passione! Interazione fra Grafica e Design”.
Oggi, per esempio, verrà organizzata una importante parata, di automobili che hanno fatto la Storia del Design.
L’evento, organizzato con la collaborazione del Mauto, di Torino, e di carrozzieri di fama mondiale, come Zagato, mette in mostra ed esalta la relazione tra Moda, Design e Stile come nessun’altra iniziativa, prima d’ora, ha avuto il coraggio di proporre al pubblico.
Con una leggera punta d’orgoglio mi sento di dire che, esattamente un anno fa, proprio dalle colonne di CityNow, avevo tirato fuori dal cilindro “La Notte delle Bavaresi”, dedicata alle BMW prodotte tra gli anni ’80 e ’90, con un focus particolare sulla Serie 5 E34, di cui vi ho parlato questa settimana, e sulla Serie 3 E36, ospitando un bellissimo esemplare, rigorosamente giallo, proveniente da Siracusa.
L’intenzione, naturalmente, è quella di dare seguito a iniziative come quella, e di prendere esempio da questa mostra di eccellente livello.
Perché, guai a dimenticarlo, l’Automobile per eccellenza è sempre italiana, e il Design deve tutto ad artisti italiani, non certo inferiori a Michelangelo, come Giugiaro, Pininfarina, Bertone, Michelotti, Gandini e tanti altri.
Così tanti da non poter essere elencati in un solo articolo.
Fino al 29 gennaio 2019, al MAX Museo di Chiasso.