Ultramobile – AutoClassica, Land of Confusion


di Enzo Bollani – In questo week end di fine novembre, tra un Black Friday che somiglia molto a un caffè di Starbucks e una pioggia milanese che ben si contrappone al sole che splende sullo Stretto, a compensazione di un’estate un po’ malandrina (ed è un complimento, perché gli aggettivi sarebbero altri), si è consumata una nuova, stanca, edizione di AutoClassica.
Ci vorrebbe Sandra Mondaini, per commentarla, perché la noia e la barba sono ad libidum. Quattro gatti, pochi affari e, soprattutto, la solita speculazione da fiera. Non dell’Est. Bisogna essere geni per decidere di calendarizzare un evento simile a un mese di distanza da Auto e Moto d’Epoca, nella situazione patavina, perché padovana fa pensare all’oca. E l’oca, sotto Natale, fa pensare al paté. E io, di paté, me ne intendo. Ma preferisco parlare di automobili.
Oggi, vedendo le dirette su Facebook di alcune oche scelte per attirare l’attenzione del merlo maschio (che peraltro è un film bellissimo), si notavano meno avventori e meno partecipanti rispetto a una qualsiasi diretta che io, da solo, possa fare alle 3:00 di notte. Questo succede perché non c’è una regola. Nemmeno quella dell’amico, che poi non sbaglia mai.
Quindi, con questa AutoClassica 2018, che però sfrutta sempre la stessa grafica del 2013, non ci combinerai mai niente. Domani chiuderà i battenti, ma è meglio accada per sempre, se così dev’essere. Perché andrebbe riposizionata a marzo, come era in origine, e non in questo periodo. A marzo si vendono le cabriolet, se il frigo è vuoto ormai. A marzo, si pensa ai rally, ai fiori che sbocciano, ai carrozzieri a cui mettere fretta perché finiscano l’automobile che hai portato a restaurare nel 1987.
Questo è quanto dovrebbe accadere, e non l’accozzaglia di espositori che devono ancora smaltire Padova, e che non dovrebbero essere forzati a partecipare anche a Milano. Stando così le cose, sarebbe invece auspicabile un evento specifico al Sud, soprattutto in un’area come quella dello Stretto, e in particolare di Reggio Calabria, dove è nata la leggenda della famiglia Florio e dove una schiera di collezionisti raffinati, unitamente a potenziali acquirenti, potrebbero trovare un riferimento, oltreché un punto di aggregazione e di scambio.
Soprattutto in una fase come questa, in cui i rally tornano alla ribalta, e in cui stanno nascendo testate di settore, come IlTornante.it Oltre al qui presente, che leggete su CityNow almeno una volta a settimana. E siete anche in tanti. Mi sembra che i presupposti ci siano e, fino a prova contraria, ogni volta che ho organizzato qualcosa, in senso automobilistico, il pubblico ha risposto.
Esattamente un anno fa, per esempio, avevo organizzato un incontro tra 500 e Mini, e fu un discreto successo. Pianificato in tempo record, oltretutto. Facile intuire cosa potrebbe accadere, se ci si muovesse con almeno 6 mesi di anricipo. Sarebbe il caso di scaldare i motori.