Ultramobile – 50 volte Schumi, veloce più del vento
Michael Schumacher compie 50 anni. Leggenda vivente, combatte da 5 anni per vincere la corsa più difficile
03 Gennaio 2019 - 19:29 | Enzo Bollani
Il Circus ha contato sempre su pochi personaggi capaci di consegnarsi all’eternità, da Nuvolari a Lauda, miracolato nel ’76; da Senna a Clay Regazzoni. Nessuno uguale all’altro, nessuno paragonabile all’altro. Unici, in tutto.
In questo panorama, Schumi è una delle figure più amate, nonostante l’unico guizzo di simpatia fosse scaturito dalla campagna di lancio della Fiat 600 Sporting, ormai un ventennio fa, e nonostante la sua maniera teutonica sia quanto di più affidabile e preciso, quanto algido e distaccato, possa esistere.
Dal giorno dell’incidente, avvenuto fuori dal Circo, sulle piste innevate, la vicinanza del Popolo si è resa evidente e forte, più di quando era forte e vinceva, portando la Ferrari a livelli di competitività senza precedenti, in un contesto traballante e diroccato, per la Fiat, appena messa in mano a Marchionne.
Fa specie pensare a quel periodo, perché il tempo passato è veramente tanto, e perché tutto è cambiato. O quasi tutto. La Fiat non è più quella di allora, la Ferrari non è più quella di allora e si è quotata in borsa, così come Maranello si sta trasformando in ciò che dovrebbe essere già da molto tempo: un luogo simbolo, il luogo della Ferrari.
Per descrivere Schumi, basta un solo indizio: si trasferì nella casa di Enzo Ferrari, e si fece allestire una palestra nei box di Maranello. Nulla di fantasmagorico, nulla di sfarzoso. Un contesto quasi monacale, che ci lascia una visione chiara del personaggio, maniacale nel raggiungere gli obiettivi, macchina da guerra, inossidabile come solo l’acciaio tedesco sa essere.
Eppure esposto a rischi, nel momento meno aspettato della vita, negli anni migliori della vita, quando ogni risultato è stato raggiunto. Ora, si spera che possa tornare a vivere, anche se nulla sarà più come prima.
L’amore della sua famiglia, l’impegno, il suo essere simbolo, anche senza volerlo, si spera lo facciano tornare a vincere la corsa che conta più di tutte le altre, senza la quale non avrebbe vinto tutte le gare e i titoli: la corsa della vita.