Per la prima volta tumori in calo in Calabria. I dati del 2018
Oltre il 40% delle diagnosi, più di 4.100 ogni anno in Calabria, è evitabile seguendo uno stile di vita sano: no al fumo, attività fisica costante e dieta corretta. I dati
15 Marzo 2019 - 17:16 | Redazione
Per la prima volta, in Calabria, si registra un calo delle nuove diagnosi di tumore. Nel 2018 sono stimati 10.350 casi (5.850 uomini e 4.500 donne), 100 in meno rispetto al 2017 (ed erano 10.400 nel 2016). Il tumore più frequente è quello del colon-retto con 1.550 nuovi casi nel 2018 (erano 1.600 nel 2017). Seguono il cancro della mammella (1.250, erano 1.300 nel 2017) e della prostata (1.050, erano 1.000 nel 2017).
Più di 80mila e 200 cittadini vivono dopo la scoperta della malattia, un dato in costante aumento. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi raggiunge il 63% fra le donne e il 54% fra gli uomini, percentuali in linea con la media nazionale.
E’ la fotografia dell’universo cancro in tempo reale raccolta nel volume I numeri del cancro in Italia 2018, realizzato dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), dall’Associazione italiana registri tumori (Airtum), da fondazione Aiom e PassI (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia), e presentato a Catanzaro nell’Azienda ospedaliero-universitaria Mater Domini con l’intervento di Antonio Belcastro, direttore generale del tipartimento Tutela della salute della Regione Calabria.
“La diminuzione dell’incidenza della malattia è un dato estremamente positivo” ha detto Vito Barbieri, coordinatore Aiom Calabria e dirigente medico ad Oncologia della Mater Domini. “Va però analizzata la diversa tendenza fra i generi: il calo infatti si registra nelle donne, con 300 casi totali in meno rispetto al 2017. Nella popolazione maschile, invece, osserviamo un incremento complessivo di 200 diagnosi. Proprio a questi cittadini devono essere indirizzati gli sforzi più intensi per sensibilizzarli sul ruolo della prevenzione”.
“Si deve fare di più per ridurre l’impatto di questa malattia” aggiunge Barbieri, spiegando che “oltre il 40% delle diagnosi, più di 4.100 ogni anno in Calabria, è evitabile seguendo uno stile di vita sano: no al fumo, attività fisica costante e dieta corretta. E’ scientificamente provato – ribadisce il corodinatore regionale di Aiom – che il cancro è la patologia cronica che risente più fortemente delle misure di prevenzione”.
I calabresi però sembrano ignorare gli stili di vita sani, come si evince dai dati PassI 2014-2017: il 46,1% è sedentario, il 33,6% è in sovrappeso e il 13% obeso, percentuali superiori rispetto alla media nazionale, rispettivamente pari al 33,6%, 31,7% e 10,7%. E’ invece inferiore, almeno questo, il tasso dei fumatori, pari al 23,7% (26% in Italia).
Limitata l’adesione ai programmi di screening: solo il 34,6% delle donne ha effettuato in Calabria la mammografia per la diagnosi precoce del tumore del seno, il 31% ha eseguito il pap-test per la diagnosi iniziale del tumore del collo dell’utero (il 29% ha effettuato il test Hpv) e solo il 24% dei calabresi si è sottoposto al test per la ricerca del sangue occulto nelle feci per individuare in fase precoce il cancro del colon retto (dati al 31 dicembre 2017).
L’incremento della mortalità, è stato detto nel corso della presentazione dei dati, può essere ricondotto anche alla scarsa adesione a questi esami: nel 2015 (Istat, ultimo anno disponibile) sono stati 4.487 i decessi in Calabria attribuibili a tumori maligni (2.655 uomini e 1.832 donne), 62 in più rispetto al 2014. La neoplasia che ha fatto registrare il maggior numero di decessi è quella del polmone (751), seguita da colon-retto (557), stomaco (304), mammella (294) e prostata (245)
Dopo i tumori del colon-retto, della mammella e della prostata, in quarta posizione si colloca il carcinoma del polmone, con 1.000 nuove diagnosi stimate nel 2018. In questo caso, si osserva una tendenza opposta a quella generale, con 100 casi in meno fra gli uomini nel 2018 rispetto al 2017 e una sostanziale stabilità fra le donne. Il fumo di sigaretta, responsabile di circa l’85% di tutte le neoplasie polmonari, sta infatti diventando sempre più un’abitudine femminile”.