Caso Dante Alighieri, Pirilli: “Azione predatoria di Falcomatà e del figliol prodigo Bova”
"Comune e Città Metropolitana (Falcomatà) e Camera di Commercio (Tramontana) non hanno mai contribuito dal 2013 ad oggi al versamento di contributi all’Università. Mai. Neppure un euro"
19 Ottobre 2024 - 15:44 | Comunicato Stampa
Caso Dante Alighieri, di seguito la nota dell’avv. Umberto Pirilli, presidente dell’associazione Dante Alighieri.
L’Ordinanza R.G. n.: 1970/2024 emessa il 14 c.m. dalla seconda sezione civile del Tribunale di Reggio Calabria nei confronti dell’Università per Stranieri “Dante Alighieri”, che si era opposta con reclamo al ricorso ex art. 700 c.p.c proposto dai nostri soci De Medici e Scarfone avverso la loro illegittima esclusione dal CDA dell’Ateneo, è fondamentale, non solo perché conferma nel merito le motivazioni adottate dal giudice di prime cure, ma anche perché dichiara illegittimi gli atti compiuti recentemente dal CDA e dal Consiglio Accademico.
Ed infatti: la nomina dei componenti nel CDA di due consiglieri provenienti dal corpo docente è una prerogativa esclusiva del Rettore e l’organo che li ha espressi è irregolarmente costituito, in quanto la previsione statutaria riserva tale prerogativa solo al Rettore. Inoltre, essendo stati i due rappresentanti illegittimamente espressi ed avendo gli stessi partecipato e votato nella riunione del CDA il giorno successivo, anche tale riunione deve ritenersi illegittima, con la conseguente illegittimità di ratifica da parte del CDA della nomina degli avvocati difensori nel procedimento de qua. Tale illegittimità si estende a tutti gli atti successivi posti in essere dal CDA, ivi compreso l’ultimo CDA con la presenza di un notaio.
Il Tribunale di Reggio Calabria, seconda sezione civile, definitivamente pronunciando, ha disposto:
- l’inammissibilità del reclamo
- la condanna dell’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria, in persona del legale rappresentante pro tempore, al pagamento, in favore dei reclamati Ruggero De Medici e Beniamino Scarfone, delle spese di lite che liquida in Euro 2.115,00 per compensi professionali, oltre rimborso spese generali, IVA e CPA come per legge, e ai sensi dell’art. 13, comma 1 – quater, del d.P.R. n. 115 del 2002, dichiara la sussistenza dei presupposti per il versamento, da parte del reclamante, dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello dovuto per il reclamo.
La resistenza ad oltranza e contro ogni logica, non solo giuridica, da parte di Aloi e dei suoi non tanto segreti ispiratori e protettori, si infrange sugli scogli di altrettanti provvedimenti giudiziari a noi favorevoli, smentendo così clamorosamente le voci che davano credito alla super protezione e copertura di ogni atto da loro posto in essere in spregio alla legalità, che diversamente ha contraddistinto e guidato l’azione dell’Associazione Dante Alighieri di Reggio Calabria.
La situazione attuale
“Chiusa la partita col Super protetto Aloi -afferma Pirilli- resta in campo l’azione predatoria posta in essere dal Sindaco Falcomatà, dal Presidente della Camera di Commercio Tramontana e dal figliol prodigo Bova.
Ripeto e sfido le parti a dimostrare il contrario: Comune e Città Metropolitana (Falcomatà) e Camera di Commercio (Tramontana) non hanno mai contribuito dal 2013 ad oggi al versamento di contributi all’Università. Mai. Neppure un euro. Non possono avere credito.
Bova, sfiduciato dal CDA nel 2017, si è subito dimesso. Non ha avuto più ruoli né ha partecipato mai alla vita dell’Università e dell’Associazione. È tornato pensando che bastasse “un logo” e un’associazione costituita pochi giorni prima per comprare la legittimazione, “forte del potere dei forti” a risedersi sulla poltrona dalla quale otto anni prima, sfiduciato, si era dovuto alzare.
Agli interventi dei giorni scorsi di Falcomatà, Tramontana e Bova abbiamo dato risposta puntuale attraverso l’azione penale e civile ex art. 700 c.p.c.
Il giudizio è in corso e non credo che ai tre improvvidi soggetti convenga continuare a forzare la legge, convinti pur essi di essere legibus soluti. Ora, forte del convincimento della Giustizia che farà bene il suo corso e darà Giustizia, passerò necessariamente la mano col cuore più leggero, sperando che i veterani dell’Associazione abbiano già individuato il mio successore”.
Conclusioni e riflessioni
Nonostante tutto, eventuali problemi personali che in me non albergano e neppure negli altri consociati, il nostro scopo resta quello di trovare per la “Dante Alighieri” la migliore soluzione possibile, nel rispetto della legalità.