Reggio, trasferimenti ‘punitivi’ per alcuni dipendenti di Poste: la denuncia dei sindacati

La struttura sindacale di Reggio Calabria ha ricevuto gravi segnalazioni da parte di lavoratori di recapito posta e pacchi di Poste Italiane


Lavoratori con problemi di salute o in possesso della 104/92 mandati a lavorare a centinaia di km da casa. È la denuncia di SLP CISL Reggio Calabria contro Poste Italiane. Il trasferimento di alcuni lavoratori, il gruppo Cisl di Reggio Calabria sembra avere carattere punitivo.

La denuncia di Cisl contro Poste

“Giungono alla nostra struttura sindacale gravissime segnalazioni da parte di lavoratori addetti al servizio di recapito di posta e pacchi con problemi di salute, ai quali sono giunti provvedimenti ​ di trasferimento d’ufficio presso strutture distanti centinaia di chilometri dalla propria sede di lavoro. ​

Premesso che le problematiche di salute dei lavoratori in questione derivano da patologie che sono state certificate da strutture mediche competenti, sottolineiamo che alcuni di loro, oltre alle patologie proprie, godono anche delle tutele derivanti dalla Legge 104/92 per assistere familiari che si trovano in condizioni di disabilità connotate da particolare gravità.​

Il testo legislativo recita anche, come noto, “il diritto del lavoratore di scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al domicilio della persona da assistere e non può essere trasferito senza il suo consenso ad altra sede”.

A nostro avviso, tali provvedimenti di trasferimento dei lavoratori a centinaia chilometri dalla attuale sede di lavoro e di residenza, oltre ad essere in totale contrasto con una legge dello Stato che tutela i cittadini disabili, hanno un discutibile carattere “punitivo”.

Un’azione incomprensibile, considerando che stiamo parlando di un’Azienda che si fregia di essere attenta al sociale e al benessere dei suoi lavoratori, oltre al fatto che il territorio reggino è in forte carenza di organico, pregiudicando così il servizio erogato alla clientela.

Sollecitiamo l’Azienda a rivedere caso per caso i provvedimenti recapitati ai lavoratori interessati, che nel frattempo stanno causando gravissime ricadute sia alla salute degli stessi che alle famiglie coinvolte, ricercando soluzioni sostenibili, coerenti alle leggi ed alle normative esistenti in materia.

Contrariamente, saremo costretti a denunciare l’accaduto alle associazioni preposte alla difesa dei diritti delle persone disabili a tutela dei lavoratori interessati”.