The Shining e il “King” del brivido


di Eva Curatola“Fiocchi di neve turbinavano e danzavano attraverso il porticato. L’Overlook affrontava l’inverno come aveva fatto per tre quarti di secolo, le finestre buie ora orlate di neve, indifferente al fatto che fosse tagliato ormai fuori dal mondo. O forse quella prospettiva gli riusciva accetta: dentro il suo guscio i tre si accinsero alla solita trafila delle prime ore della sera, simili a microbi intrappolati nell’intestino di un mostro.”
I tre a cui si riferisce Stephen King sono i protagonisti del suo libro “The Shining” pubblicato nel 1977, diventato una famosissima pellicola in tutto il mondo solo qualche anno dopo nel 1980. Nonostante sia ormai trascorso davvero molto tempo dalla sua pubblicazione, Shining rimane uno degli emblemi più significativi del genere horror, mentre Stephen rimane tutt’oggi l’indiscusso “Re” di questo magnifico impero.
Durante una vacanza, King e la moglie Tabitha soggiornarono allo Stanley Hotel ad Estes Park Colorado mentre i dipendenti si preparavano alla chiusura invernale, da qui l’idea di ambientare il suo terzo libro in un hotel, anzichè in un parco divertimenti come era stato deciso in precedenza. Protagonista è dunque una famiglia statunitense, composta da: Jack Torrance, che ha perso il proprio lavoro d’insegnante di letteratura inglese dopo aver aggredito uno studente e cerca di portare a termine una commedia alla quale lavora da tempo; cosi accetta il lavoro di guardiano invernale all’ Overlook Hotel, un imponente albergo con centinaia di stanze costruito all’inizio del XX secolo, che domina le alte montagne del Colorado e situato a 65 chilometri dal più vicino centro abitato. Jack accetta la proposta e porta con sé la moglie Wendy e il figlio Danny di cinque anni. La famiglia spera di ritrovare nell’albergo un periodo di serenità, correndo il rischio però di rimanere isolati da tutto il mondo esterno a causa della neve che li bloccherà durante l’inverno. Stuart Ullman, direttore dell’albergo, prima di lasciare l’albergo nelle mani del suo custode, informa Jack che molti anni prima Delbert Grady, precedente guardiano invernale, impazzì e si uccise dopo aver fatto a pezzi la moglie e le sue due figlie. Ma questo fu solo uno dei tanti omicidi e suicidi avvenuti nell’albergo. Prima che gli ultimi lavoratori lascino l’hotel, Danny conosce il cuoco afroamericano Dick Hallorann, con cui ha in comune dei poteri extra-sensoriali, la cosiddetta “aura” che gli permette di vedere fatti accaduti o che accadranno in futuro.
“Non so perchè, ma sembra che di tutte le cose brutte che sono accadute qui in varie ocasioni. ne sia rimasto in giro qualche frammento […] Ma Danny, non credo che queste cose possano fare del male a qualcuno. Cosi se dovesi vedere qualcosam in un corridoio o in una stanza o vicino a quelle siepi…basterà che guardi dall’altra parte e quando ti volterai tutto sarà sparito.”
Dick metterà Danny in guardia, avvertendolo di non entrare per nessun motivo nella camera 217 e che se mai avrà bisogno d’aiuto basterà chiamarlo con la forza del pensiero e lui lo sentirà. Questo terzo libro segna una tappa molto importante nella carriera dello scrittore, che si stacca dal genere thriller-fantastico per avvinarsi un pò di più al genere horror.
Non siate timidi ad ammettere di aver visto il visto il film, ma di non aver mai trovato il coraggio di prendere il libro in mano. Questo è il momento adatto per farlo. Il film è sicuramente un capolavoro grazie all’opera di Kubric che ha diretto i lavori come un maestro dirige la sua orchestra, ma grazie soprattutto a Jack Nicholson, protagonista indiscusso dell’opera, che si immedesima cosi bene nel personaggio da rendere la storia e tutto il contesto, molto reali. Ma il libro che ha ispirato questo grande film non può essere da meno. Nelle pagine di King ogni interrogativo che lo spettatore si è posto durante il film verrà svelato, ogni sentimento che sia di angoscia, paura, tristezza sarà amplificato, in un crescendo di emozioni non adatto ai deboli di cuore.
Il titolo è stato preso da una canzone di John Lennon, “Instant Karma!“. Nella canzone si dice “We all shine on“. King voleva chiamare il libro “The Shine” ma lo cambiò quando scoprì che “shine” era usato anche come termine denigratorio per la gente di colore, da qui la decisione di trasformarlo in “Shining“. Nel 2013 è uscito il seguito del romanzo, intitolato Doctor Sleep, che narra di un Danny ormai adulto ancora alle prese con le visioni soprannaturali dovute alla sua “luccicanza“.

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