Task force Covid, zona gialla, rientro a scuola e vaccini, il punto con il dott. Fabio Foti – VIDEO
Ecco cosa pensa il dott. Foti, componente della Task force Covid, coordinatore di “testing&tracing” del Comune di Reggio
12 Dicembre 2020 - 12:26 | di Claudio Labate
Gli ultimi giorni sono stati importanti per definire il nuovo colore della Calabria in ottica contagio da Covid. L’ufficialità della “zona gialla” è arrivata nella serata di ieri con la firma dell’ordinanza da parte del Ministro Speranza. Tuttavia la “zona arancione” ha già dimostrato che non bisogna abbassare la guardia.
La pensa così anche il virologo Fabio Foti, componente della Task force anti Covid comunale, all’interno della quale coordina il gruppo di “testing&tracing”, che si occupa di screening di massa e tracciamento, quello che è mancato nella prima fase dell’epidemia e nel corso dell’esplosione della seconda ondata, quando anche la Calabria, seppur per motivazioni diverse dal numero di contagi, fu dichiarata zona rossa.
Zona rossa o gialla, serve buonsenso
“In quel momento, in cui c’era una situazione di allerta per ciò che concerneva i posti di ospedalizzazione nei reparti ordinari e di terapia intensiva, credo sia stato corretto classificarci come zona rossa. Si sarebbe rischiato troppo, con un probabile collasso del sistema sanitario regionale. I benefici li stiamo raccogliendo oggi, frutto dei buoni comportamenti che abbiamo tenuto”.
Per Foti il cambio di colore appare quindi logico:
“La cosa importante è che si continui a pensare che cambio di colore non vuol dire cambio di comportamenti. Nel caso non lo facessimo pagheremo dazio nelle prime settimane di gennaio. Oggi l’indice Rt arrivato oggi a 0,64, a fronte dello 0,82 nazionale, ci sta premiando perché siamo tornati a comportarci in una certa maniera. Pensare che la zona gialla sia un ‘liberi tutti’ è assolutamente sbagliato”.
Per questo il dottore Foti invita ad assumere delle linee di comportamento ben precise nel rispetto di quelle che possono essere le fragilità presenti dentro ogni casa, soprattutto in vista delle consuete riunioni familiari delle festività natalizie. Insomma il buonsenso deve avere la meglio sulla voglia di sprigionare il calore e l’affetto che si registra in queste occasioni. D’altra parte ci sono diverse persone che torneranno in città in occasione del Natale e Foti ha dei suggerimenti utili per chi ha anche un seppur minimo dubbio di aver avuto contatti con persone positive al virus:
“Sfruttate le opportunità messe in campo per scattarsi una fotografia personale prima di entrare in contatto con i propri familiari. Il riferimento è ovviamente ai drive in di Pellaro e Pentimele, ai test antigenici rapidi, ai tamponi molecolari”.
Il nodo scuola
Il ritorno tra i banchi di scuola è già fissato al 7 gennaio prossimo, ma i dubbi rimangono, soprattutto alla luce dei continui casi registrati a vari livelli.
“Quello della scuola è un nodo particolarmente spinoso. L’assessore Rosanna Scopelliti è molto attiva su questo versante. La soluzione ideale sarebbe avere un presidio sanitario che funzioni dalle 8 alle 13 in ogni plesso scolastico. Una postazione con un medico o un infermiere, supportati da un biologo che siano in grado di intercettare i casi in tempo reale e bloccare eventuali focolai. Il problema è la tempestività con la quale il singolo caso viene trattato. Da una parte si dovrebbe lavorare con uno screening sulla popolazione scolastica, compreso il personale Ata e il corpo docente, e dall’altra con un presidio fisso che permette di gestire casi anche asintomatici”.
A questo si sta lavorando e, conclude Foti, sarebbe una primizia nazionale.
Vaccini si o no?
Altro argomento che attualmente divide la cittadinanza, ma anche qualche addetto ai lavori è quello relativo ai vaccini in circolazione. Il Gom si è dotato di un congelatore che tocca i -80° capace di mantenere il vaccino prima del suo uso. Si spera che ce ne possano essere anche altri.
“Attualmente ci sono 3 vaccini, ma a nessuno interessa cosa c’è dentro. Come i test antigenici, anche i vaccini sono stati validati dalle sole case produttrici, ma non hanno ancora superato due o tre livelli di sbarramento che sono quelli delle Agenzie nazionali e internazionali, che servono a tutelare la nostra salute. Io delle Agenzie mi fido, altrimenti non avrei già fatto quello anti influenzale, e qualora dicessero si, come virologo non potrei che fidarmi e mi vaccinerei. Ma il controllo incrociato è fondamentale”.