Prima Milano, ora Roma. La tappe (e le difficoltà) di Occhiuto per costruire la nuova Calabria

Sono due le poltrone che scottano maggiormente, quella di vicepresidente della giunta e quella di Presidente del Consiglio Regionale

Occhiuto (7)

“Una (Regione) Calabria.. che i calabresi aspettano”. Parafrasando lo slogan scelto da Roberto Occhiuto in campagna elettorale, si può evidenziare la curiosità di cittadini e addetti ai lavori rispetto al nuovo governo regionale, ancora in costruzione. Attraverso i social network, lo stesso Occhiuto ha parlato della sua trasferta milanese a inizio settimane, ‘a caccia’ di dirigenti validi e competenti, di origine calabrese, che possano contribuire alla sua idea di Regione. Vige ancora il massimo riserbo sia sull’identità dei professionisti incontrati, sia sulla loro volontà o meno di riempire la valigia in destinazione ‘ostinata e contraria’ (per dirla alla De Andrè) rispetto alla precedente emigrazione dalla Calabria.

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Spostatosi nella Capitale, Occhiuto ha salutato il ruolo di capogruppo alla Camera per Forza Italia e si è tuffato con decisione sulla ‘missione Calabria’, per come definita da lui stesso. Stamattina l’incontro con il Ministro della Salute Roberto Speranza, sul tavolo la fine del commissariamento della sanità in Calabria, o nomina affidata al presidente della Regione. Questo il primo degli ostacoli che Occhiuto dovrà affrontare, anche per tenere fede a quanto affermato con cadenza quasi quotidiana nelle ultime settimane di campagna elettorale.

Le due poltrone che scottano

Sul tema della formazione della giunta, c’è da giocare sul filo come gli equilibristi. Tutt’altro che semplice accontentare i partiti di centrodestra, tra delusi (Lega), chi guarda il bicchiere mezzo pieno (Fratelli d’Italia) e chi esulta per quanto ottenuto alle urne, ovvero Forza Italia. Sono due le poltrone che scottano maggiormente, quella di vicepresidente della giunta e quella di Presidente del Consiglio Regionale.

Per quanto concerne la prima postazione, c’è già un accordo di massima e sembra essere una notizia sorprendente considerato il braccio di ferro tra i partiti di coalizione: sarà espressione della Lega. Il ticket Occhiuto-Spirlì annunciato in campagna elettorale però si è sbiadito, il facente funzioni al proprio fianco non ha praticamente alcun sostenitore, eccezion fatta forse per Matteo Salvini. A livello regionale, i vertici del Carroccio si sono espressi chiaramente durante la riunione di lunedi scorso, chiedendo a gran voce di individuare un altro profilo, alternativo a Spirlì.

Salvini ha preso tempo, consapevole che forse non basterà offrire a Spirlì il ruolo di coordinatore regionale della Lega per placarne la rabbia. Il resto della coalizione, non solo adesso ma anche all’epoca dell’annuncio del ticket, è decisamente contrario ad uno Spirlì-bis, va da sè che Salvini (a meno che di non effettuare una prova di forza interna ed esterna al suo partito) dovrà ripiegare su un altro profilo. Quali i nomi possibili? Su queste pagine, lo scorso  14 ottobre si ipotizzava il ricorso a due dei consiglieri regionali appena eletti, ovvero Filippo Mancuso e Simona Loizzo.

Entrambe le strade però comprendono delle complicazioni. Simona Loizzo, eletta nella circoscrizione Nord con 5360 voti e sponsorizzata dall’ex Sottosegretario Tonino Gentile, porterebbe alla creazione di un’accoppiata in salsa cosentina con Occhiuto per questioni geografiche complicata da realizzare.

Puntare su Filippo Mancuso quale vicepresidente invece significherebbe riconoscere la migliore performance elettorale della Lega alle ultime regionali calabresi, considerate le quasi 7 mila preferenze ottenute e che nella circoscrizione Centro il partito di Salvini ha eletto 2 consiglieri a differenza degli altri due collegi. Per Mancuso però, cosi come per Loizzo, ci sarebbe la necessità da dimettersi da consigliere regionale per accettare il ruolo di vicepresidente, scelta che comporta dei rischi (ovvero l’addio alla Cittadella in caso di rimpasto) che i diretti interessati al momento non hanno deciso se accettare. Possibile quindi il ricorso ad un nome esterno, ma la via sarà percorsa solo in caso di strada sbarrata sia per Mancuso che per Loizzo anche se i primi ragionamenti in merito sono stati effettuati.

La seconda poltrona calda è quella di presidente del Consiglio Regionale, in questo caso la partita è decisamente diversa. La Lega è fuori dalla contesa, il braccio di ferro è tutto tra Forza Italia e Fratelli d’Italia. Se prima delle elezioni il partito di Giorgia Meloni aveva una sorta di ‘prelazione’ su quella postazione, il risultato elettorale notevole ottenuto ha fatto gonfiare il petto di Forza Italia.

“Abbiamo ottenuto un grande risultato, adesso bisogna riconoscere quello che ci spetta”, il pensiero in sintesi del partito di Berlusconi, deciso attraverso i vertici regionali a marcare stretto Occhiuto in questo senso. Secondo alcuni rumors, l’On. Cannizzaro sembrerebbe disposto anche a rinunciare al proprio delfino Giovanni Arruzzolo quale presidente del consiglio regionale, pur di vedere la casella occupata dal partito di Berlusconi. In quel caso, scontato sottolinearlo, la strada per Gianluca Gallo sarebbe del tutto spianata.

Non è ovviamente dello stesso avviso Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni appare tranquillo e deciso a non mollare riguardo il ruolo di presidente del consiglio regionale. Il ragionamento che viene portato avanti è di tipo politico ma anche geografico. Con le varie postazioni di vertice occupate da Forza Italia e Lega, Fratelli d’Italia sarebbe l’unico partito orfano. Anche la geografia ha il suo peso specifico. Una Regione a ‘trazione cosentina’ è quanto Fratelli d’Italia è determinata ad evitare, con la centralità di Reggio Calabria che verrebbe giustificata proprio con la poltrona di presidenza del consiglio a proprio appannaggio. L’identikit porta, in modo evidente, a Giuseppe Neri, alla terza legislatura regionale e unico consigliere regionale di centrodestra reggino nel collegio Sud.

Inoltre, il partito di Giorgia Meloni nei colloqui interpartitici ha sottolineato come nell’ultima legislatura la presidenza del consiglio regionale è andata allo stesso partito (Forza Italia, con Tallini prima ed Arruzzolo poi) e quindi stavolta sarebbe il turno di volgere lo sguardo altrove. Saranno giorni decisivi per entrambe le postazioni contese, con Occhiuto deciso a chiudere la doppia partita entro il mese di ottobre.

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