Emergenza Covid, i sindaci intimano: ‘Processate i tamponi a Locri’
Nella Locride i casi aumentano, così come i tempi per conoscere il risultato dei tamponi in "pellegrinaggio verso Reggio"
13 Ottobre 2020 - 16:04 | di Vincenzo Imperitura
I contagi aumentano e le paure trovano nuovo vigore, anche in quella provincia di Reggio che tutto sommato era passata quasi indenne dai mesi della crisi più dura. Ma se durante la prima ondata, anche a causa di un’emergenza che aveva sorpreso tutti, la decisione di tagliare fuori dall’analisi dei tamponi l’intera provincia, sacrificata sull’altare della centralizzazione reggina, non aveva fatto troppo rumore, 10 mesi dopo, le cose sono decisamente cambiate.
Durante la mattina di martedì una delegazione del comitato dei sindaci del comprensorio della Locride – che appena una manciata di giorni prima si era esibito nell’ennesimo revival del sanità day, anche se per l’emergenza Covid questa volta non c’erano folle plaudenti – si è riunita a Siderno per chiedere ufficialmente lo sblocco di una situazione per molti versi paradossale.
TAMPONI DA ASPORTO
«Chiediamo con la massima urgenza che i tamponi vengano processati presso il laboratorio analisi dell’ospedale della Locride» tuonano i sindaci al termine della riunione, ed è difficile dargli torto, visto il cervellotico sistema messo in piedi dall’Asl di riferimento che prevede un costante pellegrinaggio dei tamponi verso Reggio e il corrispondente rientro – con tanti saluti ai propositi di velocità per rintracciare i possibili focolai – verso l’ufficietto dell’Usca a Marina di Gioiosa.
In pratica, ogni giorno, in genere intorno alle 14, un’auto della postazione medica si mette in strada per consegnare i tamponi effettuati nelle 24 ore precedenti nella Locride, al laboratorio analisi della città metropolitana; da qui, quando va bene, passano almeno 48 ore prima di conoscere il risultato, ma in genere ci vogliono almeno tre giorni. Tutto questo se non serve un certificato di negatività: in questo caso i tempi di dilatano in modo esponenziale. E, nel caso di nuovi sbarchi (in questi giorni sono arrivati a Roccella quattro barche cariche di disperati) i tempi crescono ancora perché nel novero dei tamponi in fila per la trasferta reggina, si aggiungono giustamente, anche quelli effettuati sulle banchine del porto delle Grazie.
Giorni di ansia per chi ha fatto il tampone e giorni di tempo sprecato nella ricerca dei contatti del possibile positivo. I numeri continuano a crescere in tutta la zona – anche se i ritmi sono decisamente inferiori ad altre zone del paese – e le preoccupazioni crescono anche tra i sindaci con ordinanze di quarantene che si accumulano e criticità sempre crescenti.
Nell’elenco dei problemi venuti fuori dalla riunione di stamattina c’è poi la scarsità di informazioni sui nuovi positivi che non arrivano direttamente ai comuni «e così capita – sfugge amaramente a uno dei primi cittadini intervenuti – che veniamo a sapere di nuovi positivi dal chiacchiericcio della gente».
Insomma, la situazione è grave, ma non è seria.