Reggio, è psicosi da tampone. Il dott. Arcudi: ‘Farmacie prese d’assalto. Ci si preoccupa al minimo starnuto’
La corsa al tampone è spesso immotivata. L'analisi del dott. Arcudi tra scarsità di materiali, calo del fatturato e scenari futuri
03 Gennaio 2022 - 17:07 | di Vincenzo Comi
Centinaia di auto in fila, nei pressi dei drive through, assembramenti davanti alle farmacie ed istituti clinici e laboratori presi d’assalto. A Reggio Calabria, già da qualche giorno, è vera psicosi da tampone.
Diciamo subito che quello che accade a Reggio è esattamente ciò che in queste ore si sta verificando nel resto d’Italia. Né più né meno. La paura di essere contagiati e di risultare positivi al Covid ha portato gli italiani, specie in questi giorni di feste, a sottoporsi al test antigenico rapido e molecolare.
E la variante Omicron ha reso il tutto ancora più complicato.
Reggio, scoppia la psicosi (eccessiva) da tampone
Le file interminabili si sono registrate non solo davanti ai presidi ospedalieri ma anche proprio di fronte l’ingresso di numerose farmacie. Tra le più bersagliate del centro cittadino, la nota ‘Antica Farmacia Arcudi‘.
“La situazione sta davvero diventando seria per vari motivi – spiega il dott. Francesco Arcudi – Non solo per l’aumento dei contagi dovuti alla variante Omicron, decisamente meno aggressiva, ma anche per il clima di psicosi collettiva generatasi durante le feste. Tantissime sono le persone già vaccinate con due dosi che vogliono essere tranquille e sicure della propria negatività. Al minimo starnuto ci si reca nei locali predisposti per sottoporsi a tampone e quindi è aumentata enormemente la richiesta”.
L’aumento dei contagi c’è e il fatto è indiscusso. Lo confermano non solo i bollettini diramati dalla Regione Calabria ma anche gli stessi operatori del settore sanitario che, in prima linea, come il dott. Arcudi affrontano e combattono la pandemia. Tuttavia c’è anche una eccessiva preoccupazione diffusa.
“La percentuale dei positivi è aumentata. Adesso si avvicina al 10% dei tamponi totali. Rileviamo inoltre un dato. Finora nessuno dei clienti che si è sottoposto a tampone, già vaccinato con terza dose, è risultato positivo. Qualcuno positivo al Covid con due dosi è stato invece rilevato”.
Test rapidi terminati? In parte è così
Cittadini esasperati, ansiosi del risultato sono arrivati addirittura a scatenarsi in risse in un centro della zona sud, tanto che è stato necessario l’ausilio delle forze dell’ordine. Davanti le farmacie, per fortuna, non si sono registrate particolari tensioni.
“Non siamo in grado di gestire eventuali tensioni. Il problema potrebbe nascere nel momento in cui non avremo disponibilità di mascherine ffp2 o test. All’aumento della richiesta, come accaduto in passato, non coincide la disponibilità dei materiali. I tamponi ‘fai da te’ cominciano a scarseggiare e le mascherine ffp2, ora che sono diventate obbligatorie, sono diventate rare. E’ così che si rischia di ingolfare la macchina”.
Le voci che corrono in città sull’esaurimento dei tamponi sono parzialmente vere.
“I grossisti di zona sono tutti ormai sforniti sia di mascherine che di tamponi. Il lavoro delle aziende, complici i giorni di festa, è notevolmente rallentato. Per quanto ci riguarda non abbiamo test ‘fai da te’ ma c’è ancora disponibilità di poter fare il tampone in farmacia”.
Scenario economico, tra calo del fatturato e nuovi scenari
Nata alla fine dell’ottocento, la storica farmacia ‘Arcudi‘, sita a pochi passi da piazza Duomo a Reggio Calabria, contrariamente a quanto ci si possa immaginare, lamenta un calo importante del fatturato.
“Spero che il virus possa essere contenuto nel 2022 in tutti i modi possibili e mi auguro che non ci siano più varianti. Come imprenditore vorrei che il farmacista possa tornare a svolgere il proprio lavoro in maniera ‘normale’. Al contrario di quanto ci si possa immaginare una farmacia non può vivere di soli tamponi. C’è stato e continua ad esserci un calo enorme del fatturato quindi mi auguro che si torni alla normalità. In questo momento non si vende nessun altro prodotto perchè giustamente non si vendono più prodotti parafarmaci e c’è un calo assoluto delle ricette”.