1ᵃ Campanella a Reggio, Antonio: ‘Sono i nostri anni migliori, meglio viverli in presenza’

I ragazzi del liceo Volta di Reggio Calabria non hanno dubbi: "La didattica in presenza è tutta un'altra cosa"

Antonio Liceo Volta

“Sono i nostri anni migliori, meglio viverli in presenza”.

Sono le parole di un ragazzo di 18 anni che non possono che scatenare le emozioni di chi si sofferma un attimo a pensare quali e quanti sacrifici siano stati richiesti ai ragazzi durante tutto l’arco della pandemia. Si era permesso loro di riassaporare un pizzico di normalità per poi esser costretti a fare retromarcia a causa di una situazione preoccupante dal punto di vista epidemiologico.

Sono coscienziosi e consapevoli di ciò che li circonda gli studenti del liceo scientifico Alessandro Volta di Reggio Calabria che, ai microfoni di CityNow, hanno raccontato l’emozione di tornare a scuola per la prima volta nel 2022.

“Non è stato un rientro aspettato – ha detto Antonio. Dall’oggi al domani abbiamo saputo del rientro come conseguenza della decisione del Tar al ricorso di alcuni genitori. Oggi in molti hanno fatto sciopero perché credono che a scuola non si riesca a prevenire eventuali contagi.

Rimanere un attimo spiazzati è normale, ma è vero anche che la didattica a distanza non è affatto come la scuola in presenza. Sia chiaro, non dico che non funzioni, ma la presenza è un’altra cosa”.

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Allo stesso modo la pensa anche Camilla della 4G:

“Già prima delle vacanze eravamo purtroppo consapevoli che il ritorno sarebbe potuto essere in dad. Certo non immaginavamo che la situazione sarebbe stata quella attuale.

Mi aspettavo che facendo una vita relativamente normale, anche per la scuola potesse essere lo stesso, ma così non è stato. Ho passato le prime settimane dell’anno in quarantena, quindi capisco perfettamente che il campanello d’allarme sui contagi non è vano. In questo momento ci sentiamo, comunque, abbastanza confusi.

Io sono favorevole alla presenza perché mi trovo meglio a seguire le elezioni, ma anche per il rapporto con i compagni che mi è mancato”.

Dello stesso avviso è Margherita, sempre della 4G:

“Tornare in presenza ci ha fatto tirare un sospiro di sollievo. Il ritorno in dad ci ha mandato tutti un po’ in panico perché ci ha fatti ripiombare in quel loop che credevamo di aver ormai superato. Questo rientro fa bene a tutti,  soprattutto per le interazioni sociali, ma anche dal punto di vista del profitto. Ci sono ragazzi che riescono a seguire bene la dad, e mi ritengo fortunata per essere fra questi. Per altri, però, non è così. Sono gli stessi che risentono di questi due anni e che non avranno le basi che avrebbero, invece, dovuto apprendere. Secondo me, investire sulla scuola per “arginare” i contagi è la scelta sbagliata, perché la nostra istruzione sta alla base di tutto”.

Infine, la speranza di Giovanni della 4D:

“Tornare a scuola è stato strano. Non ci aspettavamo di farlo da un giorno all’altro. Di certo è stato fantastico rivedere i compagni ed anche i professori ci hanno accolto benissimo. Speriamo di poter tornare presto alla normalità e di continuare in presenza”.