Reggio, la metamorfosi di ‘Samarcanda’: da sala giochi legata alla malavita a centro culturale

L'appello della Presidente Arci ai reggini: "Noi siamo custodi con una missione, ma voi stateci vicini e aiutateci a proporre nuove attività"

arci samarcanda rc

Da un passato segnato da illegalità e opacità a un futuro luminoso, aperto a nuove possibilità: Samarcanda è la testimonianza vivente della capacità di trasformazione di un luogo. Quella che una volta era una sala gioco e affari legati alla malavita, oggi è diventato un fiorente centro culturale polivalente, un laboratorio di idee e un punto di riferimento per la comunità di Reggio Calabria. Teatro, musica, cinema, letteratura: ogni angolo è dedicato alla creazione, alla crescita e all’inclusione, dove giovani e famiglie trovano un luogo sicuro e protetto, lontano dalle ombre del passato.

Arci trasforma Samarcanda in un centro culturale di speranza

Questa metamorfosi non è frutto del caso, ma di un progetto di riscatto che ha preso piede grazie all’impegno dell’Arci Comitato Territoriale di Reggio Calabria. Quando, nel maggio 2017, il Comune assegnò all’Arci una sala giochi di circa 500 mq, nessuno avrebbe potuto immaginare che quello spazio, un tempo cuore pulsante del “re dei videopokerGioacchino Campolo, sarebbe diventato simbolo di giustizia e solidarietà. Campolo, noto per i suoi legami con la ‘ndrangheta, aveva accumulato un impero illecito da 330 milioni di euro, ma il bene che gli fu confiscato fu trasformato in qualcosa di completamente diverso.

Riscatto e inclusione

Dopo la ristrutturazione, che ha però mantenuto alcuni elementi di design della vecchia sala giochi – come il bancone e le lampade – Arci ha restituito a Samarcanda una nuova vita e, così, il centro è diventato un simbolo di speranza e cambiamento. Il nome stesso richiama l’idea di una fortezza protetta, un luogo dove le idee di legalità e cultura sono il fulcro di ogni attività.

Antonella Santoro, Presidente del circolo Arci Reggio Calabria, ha ripercorso la storia di questo bene confiscato, spiegando come oggi Samarcanda sia un punto di riferimento per la città.

“Noi siamo i custodi del Samarcanda – ha dichiarato a margine della presentazione dell’ultimo libro di Claudio Cordova, “Criminalità Socializzata”. Il nostro obiettivo è quello di offrire ai giovani e alle famiglie un luogo sicuro e protetto grazie all’impegno di tanti volontari. È un centro che offre molto alla comunità: dal doposcuola gratuito per bambini al centro estivo, passando per corsi di teatro, musica e attività sociali”.

Samarcanda non è solo un centro culturale, ma anche un luogo di inclusione e solidarietà. Al suo interno, oltre alle attività culturali e artistiche, doposcuola gratuito, centro estivo per bambini, una biblioteca permanente, vi sono anche progetti come il centro antidiscriminazione LGBT+ (CAD), il primo in Calabria, nato grazie alla collaborazione con Arcigay e Unar.

“Abbiamo una missione da portare avanti – ha aggiunto Santoro, offrire un’alternativa alla criminalità, essere un punto di riferimento per chi ha bisogno di un luogo dove crescere, imparare e svilupparsi”.

Un altro aspetto interessante di Samarcanda è la sua varietà di attività, che spaziano dalla scuola di tango agli amici del Subbuteo, che il mese prossimo ospiteranno un torneo regionale.

“Stateci vicini, proponeteci attività – ha concluso la presidente Arci. Il mio sogno è lasciare questo posto ai giovani, affinchè diventi sempre più un punto di riferimento per la città”.

Un futuro di speranza e impegno

La trasformazione di Samarcanda in un centro polivalente e di riscatto è un esempio concreto di come la cultura possa rappresentare un’alternativa alle dinamiche di criminalità e disagio.

La storia dell’immobile confiscato a Gioacchino Campolo e la sua rinascita come centro di cultura e impegno sociale sono il simbolo di una Reggio Calabria che cerca di resistere e rialzarsi, facendo della legalità e della cultura le sue armi più forti.

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