Festa di Ognissanti, Spirlì ricorda Jole Santelli: “‘Amici’ non basta per dire cosa siamo”
Santelli e Spirlì, il racconto di un'amicizia speciale nel giorno di tutti i Santi
01 Novembre 2020 - 11:54 | di Eva Curatola
“È in questa notte di Veglia, la notte dei Santi, che penso a Te, Joletta mia. Manchi. Eccome, se manchi”.
Sono le parole di Nino Spirlì, attuale presidente ff della Regione Calabria, nel ricordare l’amica da poco scomparsa.
“Queste due settimane hanno camminato su un addolorato sentiero di cristalli rotti. Taglienti e penosi. Ad ogni passo, una Croce. Senza un istante di fiato rigeneratore”.
La prematura scomparsa della Governatrice, nonostante la malattia che la perseguitata da anni, è avvenuta come un fulmine a ciel sereno. Questo perché nonostante le difficoltà si era sempre mostrata forte e sola di fronte agli altri, senza mai far trapelare i problemi che l’affliggevano.
Il racconto di un’amicizia
“Sì, l’affetto attorno è tanto, ma noi due, come glielo possiamo raccontare, cosa siamo noi due? Amici? Non basta. Siamo quel qualcosa in più del più. Quel giro nell’aria fina: quasi una piroetta su una nuvola”.
Il racconto dell’amicizia tra i due massimi vertici della regione risulta davvero commovente. Spirlì non ha remore nel parlare della sua amica Jole come se fosse ancora in mezzo a noi:
“A noi due basta uno sguardo fugace, una frazione di un istante, per partire in battaglia o spegnere un incendio. A noi due, gli anni sembrano un lampo e il ricordo di un momento dura in eterno.
Sento un filo di fumo di sigaretta. L’affannarsi di un filo di perle che cerca di brillare più di Te, cercando attenzioni a cui sa di dover rinunciare, perché la perla più luminosa sei Tu, Gioia mia. Sento arrivare, da un salotto in penombra, nel cuore di una Roma che non è più, il velluto della Tua voce. Sfioro in un sogno le mani e i piedi avvolti in un plaid di cachemire. E siamo ancora noi due”.
Dopo l’affettuoso ricordo, Spirlì conclude:
“Sì, nella Veglia dei Santi, manchi. Però… Vai, Tesoro mio! Non ascoltare le lagnanze di un piccolo umano. Vai! E, potendo, dimmi come si sta oltre questo velo”.