‘Sirene di Calabria, un marchio per valorizzare le nostre donne’: l’iniziativa del dr. Lanciano
Un accorato appello alla vicepresidente della Regione Calabria, in vista dell'8 marzo, per la valorizzazione del genio femminile calabrese
05 Marzo 2022 - 10:33 | Comunicato
(c) Manchester City Galleries; Supplied by The Public Catalogue Foundation
Il mito delle Sirene fu portato sulle rive dei nostri mari del Sud Italia dai coloni greci. Ed è talmente ancora diffuso che ogni località turistica cerca di vantarsi di essere stata la vera casa delle Sirene, che avevano il potere di ammaliare e incantare proprio come uno stupendo luogo turistico. C’è una versione di tale mito che interessa la Calabria e, in particolare, la costa tra Bagnara e Scilla. Qui le Sirene avevano il compito di attrarre i naviganti che, nel doppiare lo Stretto tra Silla e Cariddi, si avvicinavano troppo alla costa calabra e rischiavano di essere risucchiati dai gorghi causati dall’incontro tra Jonio e Tirreno.
Tra tanto altro, tutti ricordiamo l’episodio di Ulisse che si fa legare all’albero maestro della nave per poter ascoltare il canto delle Sirene senza cedere al loro insistente incantesimo. Col tempo e le generazioni, il mito si è trasferito alla bellezza e alla possanza delle donne di Bagnara. La loro figura indomita è ben nota . Le Sirene, infatti, nascono come donne o divinità indomite persino nella ribellione contro una potente dea superiore come Demètra. Quindi, oltre alla bellezza, al fascino incantatore, le Sirene sono il simbolo di volontà tenaci ed indomite, capaci di realizzare grandi cose, al di là delle varianti mitologiche. Infatti la sirena Partènope dà origine nientemeno che a Napoli, Leucosia a Paestum e la sirena Ligèa (detta “la melodiosa”) all’odierna Terina-Lamezia. Non a caso proprio a Lamezia Terme, in Piazza San Domenico di Nicastro, dal 1998 esiste una statua, realizzata da Riccardo Dalisi e dedicata proprio a tale sirena Ligea.
In occasione della “Festa delle Donne” dell’8 marzo 2022 e riferendosi alle Sirene e al loro mito positivo ed evocativo, il giornalista Domenico Lanciano (noto ai più per la vicenda di “Badolato paese in vendita” del 1986) propone di realizzare una vasta operazione socio-culturale ed economica-industriale registrando e realizzando il marchio istituzionale-regionale “Sirene di Calabria”. L’iniziativa consisterebbe in un centro di coordinamento di donne calabresi desiderose di realizzare i propri sogni e le proprie idee promozionali e creative in tutti i settori culturali e merceologici: dall’editoria alla produzione di moda o di tutto ciò che si può evincere dalla tradizione dei propri paesi e dell’intero territorio identificativo della Calabria. Si tratterebbe di un vero e proprio “marchio industriale” per unire e valorizzare il genio femminile calabrese.
Tutto ciò pure e soprattutto al fine di procurare numerosi posti di lavoro, possibilmente tutti in Calabria, per arginare la fuga altrove di braccia e cervelli. E’ un invito alla sana rivoluzione femminile partendo dai miti e dalle tradizioni più antiche e anche famose “Made in Calabria”. In particolare, Domenico Lanciano intende puntare l’attenzione sulla realtà della “Prima Italia” una delle maggiori risorse regionali (specie dell’Istmo di Catanzaro-Lamezia-Squillace) ovvero il fatto che è proprio in questa zona che è nato il nome “Italia” (circa 3500 anni fa) poi diffusosi dalla Sicilia alle Alpi e che oggi costituisce il marchio mondiale del “Made in Italy”. Il promotore si appella soprattutto alla Vice Presidente della Regione, Giusi Princi.
La proposta del marchio di produzione e di lavoro “Sirene di Calabria” intende essere pure un caldo invito all’unione e, visti i difficili tempi attuali, anche alla pace tra i popoli. Meglio le “Sirene di Calabria” che le “sirene di guerra”. Ovvero un promemoria costante ed eloquente delle donne-madri per la pace!