Miramare, Tuccio: ‘Falcomatà dimostri di amare Reggio, si dimetta’
“Resistere avrebbe il solo fine personalistico di tornare in carica tra 12 mesi con una città allo stremo". La nota dell'avvocato reggino
09 Novembre 2022 - 11:22 | Riceviamo e pubblichiamo
“Non ci piace accodarci al codazzo dei moralizzatori e gioire delle sventure altrui, ancorchè ne saremmo legittimati e non ci piace associarci alle litanie declamanti innumerevoli e legittime ragioni per chiedere un gesto d’orgoglio e dignità al sospeso Falcomatà, finalizzato a sue autonome dimissioni o sollecitare l’avvio di procedimento di scioglimento del consiglio comunale, ad opera della Prefettura.
Ci ha già pensato Don Nuccio Cannizzaro dal pulpito della Chiesa degli Artisti, non più tardi di qualche giorno fa, a denunziare l’assenza di una classe dirigente capace e competente che sappia riportare il futuro di Reggio al centro del dibattito politico; e la classifica della qualità della vita in Italia, che vede Reggio sempre più in basso, suggella – ove ve ne fosse bisogno – la triste realtà cittadina.
Condanna di secondo grado o assoluzione che fosse stata.
Basta, poi, rivendicare l’arcinota illegittimità dello scioglimento comunale in quanto oggi è tempo di guardare al futuro, senza continuare a piangersi addosso.
Oggi più che mai è necessario fare squadra ed individuare aggreganti percorsi valoriali che sappiano fare fronte alle evidenti carenze dei partiti, che sembrano aver vita soltanto durante le campagne elettorali e pensare a un nuovo futuro per la nostra città.
Reggio ha, oggi, bisogno più che mai di ripartire dalla sua storia magnogreca, inserendosi a pieno titolo nella cultura del neoumanesimo e di continuare a rivendicare il ruolo baricentrico nel Mediterraneo che le compete.
Reggio deve accogliere la sfida di capitale dell’area dello Stretto, individuando nella realizzazione del Ponte una unica ed imperdibile occasione di risorse future, non soltanto economiche ed occupazionali ma soprattutto culturali.
La sfida reggina deve essere quella di piantare il primo pilastro del Ponte, quale occasione di rilancio culturale, individuando nella cultura la ricchezza della diversità e della conoscenza di nuovi valori, di idee e di comportamenti che consegnino all’oblio la sempre viva cultura provincialista ancora avvinghiata a troppe sacche sociali cittadine.
La condanna dell’omologazione del pensiero unico e la negazione di tutte le omologazioni globalizzate, dovranno essere alla base di un agire amministrativo finalizzato a valorizzare le risorse locali e territoriali che avranno occasione, con la sfida del Ponte sullo Stretto, di vetrina internazionale e mondiale.
Non è più tempo di affidare la nostra sorte ai compagni di calcetto, atteso che la nostra città ha dato natali e residenza a brillanti intelligenze che si spendono professionalmente con grande abnegazione e competenza nelle loro attività professionali, anche sostituendo le carenze pubbliche!
Occorre avere il coraggio di accettare la sfida, di scendere in campo e dimostrare il vero amore per questa terra.
Senza pregiudizi, senza paura e con tanto orgoglio.
Falcomatà dimostri di amare la sua città per davvero, dimettendosi e consentendo ai cittadini di tornare al voto.
“Resistere” spasmodicamente avrebbe il solo fine personalistico di tornare in carica, salvo sentenze definitive, tra dodici mesi, con una città ormai allo stremo, senza risorse, senza riferimenti nè santi in paradiso!
Reggio non può perdere il treno del futuro”.
Avv. Luigi Tuccio