Scuola di Melicucco, l’appello di Occhipinti: “Non lasciamo che il Paese muoia”
L’accorpamento con gli sportelli di Polistena costringe oggi i correntisti di Melicucco a dover percorrere tre chilometri per poter usufruire dei servizi bancari
08 Gennaio 2019 - 17:58 | di Pasquale Romano
“Ancora nuovi e gravi disagi per la Comunità di Melicucco. Con ordinanza dello scorso 28 dicembre è stato disposta dall’Amministrazione comunale la chiusura del plesso scolastico “Don Milani” che dovrà essere abbattuto e poi ricostruito per essere adeguato alla normativa antisismica e, al momento, gli alunni sono costretti a turnazioni di fortune in altri plessi vicini. Una nuova situazione di emergenza che sta creando non poche difficoltà alle famiglie”.
A sostenerlo è il componente del direttivo provinciale dell’Udc di Reggio Calabria Riccardo Occhipinti, dopo il provvedimento del Comune.
“Ci vorranno almeno un paio di anni perché i lavori vengano ultimati e occorre che da subito si trovino soluzioni adeguate per garantire il diritto allo studio degli alunni ed evitare disagi alle famiglie. Così come è necessario che il Comune si adoperi per portare a compimento nel più breve tempo possibile i lavori di ricostruzione”.
“Le Istituzioni devono essere vicine oggi più che mai al territorio di Melicucco che continua a subire un drammatico impoverimento di strutture fondamentali per la qualità della vita dei suoi cittadini – afferma Occhipinti – Appena qualche mese fa il Paese ha subito la decisione dei vertici del Monte dei Paschi di Siena che hanno deciso di chiudere la storica filiale.
L’accorpamento con gli sportelli di Polistena costringe oggi i correntisti di Melicucco a dover percorrere tre chilometri per poter usufruire dei servizi bancari. Un ulteriore disagio, non soltanto per i pensionati, ma anche per gli artigiani, i piccoli imprenditori e i titolari di esercizi commerciali che operano sul territorio. Disagi – prosegue ancora Riccardo Occhipinti – che adesso vengono ulteriormente amplificati da questa ordinanza di chiusura che avrebbe dovuto essere preceduta e non seguita da soluzioni idonee a garantire i diritti delle famiglie e degli studenti”.