Scontro Lamberti-Brunetti, il botta e risposta: ‘Vigliaccheria meditata, cosa c'entra?’

Come si è permesso Brunetti di equiparare i fatti di San Procopio con l'inchiesta Ducale? Per il dottore le cose distanti tra loro anni luce

E’ stata una puntata ricca di contenuti e di interessanti riflessioni. Durante l’ultimo appuntamento di Live Break, trasmesso in diretta giovedì 27 giugno, tra i vari argomenti, il vice sindaco Paolo Brunetti, parlando dell’operazione Ducale, ha rilasciato però dichiarazioni che hanno fatto infuriare il dott. Lamberti Castronuovo.

Il vice sindaco di Reggio Calabria ha posto l’accento sul passato del dott. Lamberti come sindaco di San Procopio, ricordando come durante una processione religiosa, si sospettò che vi fosse stato un inchino davanti l’abitazione di un mafioso, con un parallelismo che non è affatto piaciuto al dott. Lamberti.

“Mi sorprendo che allora il dott. Lamberti non abbia avuto la sensibilità di dimettersi per evitare lo scioglimento del Comune di San Procopio, ed oggi, invece lo chieda al sindaco di Reggio Calabria,” ha sottolineato Brunetti.

Di seguito la nota ricevuta dal dott. Lamberti Castronuovo, contenente la replica e la risposta alle parole del vice sindaco di Reggio Calabria:

“Premetto che non mi sottrarrò mai a dibattiti presso la Vs emittente, per mio costume. Chiedo solo che il mio eventuale competitor sia dotato di un livello culturale adeguato, al fine di evitare maldestri interventi su ordinazione, come quello avvenuto con il Signor Vicesindaco Brunetti.

Il maldestro tentativo del difensore d’ufficio del Sindaco Falcomatà, si è disvelato un vero e proprio tiro mancino, frutto di una vigliaccheria meditata, ordinata da chi, ovviamente, voleva trarne stupidamente profitto.

L’ignoranza, poi, è fin troppo evidente per la semplice ragione che, quando viene emesso un Decreto di Archiviazione dal Tribunale, viene riconosciuto come mai avvenuto il fatto di che trattasi.

Evocarlo, al fine di equiparare un presunto reato ad uno ben più grave, reale, esistente, sia pure ancora in fieri è stato un autogoal di colossali dimensioni. Personalmente e con altri due candidati civici, ho sottoscritto una garbata richiesta di dimissioni al Sindaco della città, motivo: il possibile e probabile scioglimento del Consiglio Comunale di Reggio Calabria.

Ciò al fine di evitare una seconda offesa alla città tutta. Nulla di più.

Non è un atto di accusa ma una semplice constatazione, sulla base di ciò che era già avvenuto al tempo di Demetrio Arena Sindaco della città, senza la ben che minima intercettazione o avviso di garanzia per qualunque componente della Giunta e del Consiglio.

Senza voler anticipare nulla, qui ci troviamo di fronte ad intercettazioni telefoniche, avvisi di garanzia ed addirittura arresti. Come si è permesso Brunetti di equiparare due cose distanti tra di loro anni luce?

Il volere favorire a tutti i costi chi lo tiene là, a proprio uso e consumo, ha solo dimostrato, riconfermandola, una innegabile incapacità anche a sostenere un sereno confronto con una persona perbene!

A riprova di quanto scrivo sui fatti che mi riguardano, allego il Decreto di Archiviazione dove sono evidenti fatti che riconducono ad una macchinazione a tavolino, che coinvolge, senza mezzi termini, tanti personaggi della Procura e del giornalismo inqualificabile.

Sorge spontaneo l’interrogativo sul perché al Sig. Cafiero De Raho, oggi assurto agli onori della cronaca italiana per motivi non certo positivi, allor quando inveì contro i cittadini reggini, fui io solo a rispondere per le rime e non già il Primo cittadino, cui spettava.

Ai cittadini l’ardua sentenza”!