Scambio elettorale a Reggio, Minicuci: “Ancora brogli. Elezioni del 2020 falsate”

Il già candidato a sindaco: "Avevo detto dal palco di Piazza Duomo di non volere il voto dei mafiosi, questo è il risultato. Falcomatà faccia finire l'agonia di Reggio"


L’operazione ‘Ducale’ svela nuovi presunti intrecci tra la politica reggina e la criminalità organizzata. L’indagine come noto riguarda presunti illeciti commessi in occasione delle elezioni regionali del 2020 e del 2021 e delle elezioni comunali a Reggio del 2020.

Ci sono anche il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, del Partito Democratico, il capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale Giuseppe Neri e il capogruppo Pd al consiglio comunale Giuseppe Sera tra gli indagati dell’inchiesta dell’operazione che ha portato all’esecuzione di 14 misure cautelari.

Alle persone coinvolte nell’operazione sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, reati elettorali, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e falsità materiale e ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. Al centro dell’inchiesta ci sono le attività ed i condizionamenti esercitati sulla politica locale dalla cosca Araniti della ‘ndrangheta.

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Per la terza volta, Nino Minicuci è costretto a tornare alle settimane di campagna elettorale che lo portarono nel 2020 al ballottaggio (poi perso) con Giuseppe Falcomatà. La prima circostanza era il caso dei brogli elettorali, la seconda circostanza qualche mese fa. Il già candidato sindaco risultava infatti tra gli spiati (assieme a Matteo Salvini) del caso dossieraggio, proprio nei giorni e nelle settimane di campagna elettorale pre votazione.

“Sono stupito e amareggiato. Non posso saperlo con certezza, ma non mi sorprenderei di scoprire un filo logico e una connessione con quello che sta emergendo in relazione al dossieraggio e i brogli elettorali alle elezioni comunali di Reggio Calabria.

Ricordo -evidenzia Minicuci- che ci sono diverse persone rinviate a giudizio con la Procura ha parlato chiaramente di voto alterato. La democrazia è stata già violata con i brogli, triste vicenda che ha visto casi di deceduti e persone allettate che magicamente si sono recati alle urne per votare”, le parole del consigliere comunale e metropolitano della Lega.

Adesso, con l’operazione Ducale, Minicuci ritorna con la memoria a quelle calde settimane in riva allo Stretto.

“Ancora brogli, come nel caso che ha visto coinvolto l’ex capogruppo Pd Nino Castorina tra i presunti responsabili degli illeciti alle elezioni del 2020, che a questo punto sono inevitabilmente falsate.

Mi sento danneggiato, dal palco di piazza Duomo in occasione del comizio di chiusura avevo chiaramente detto di non volere il voto di mafiosi e collusi. Se questi sono i risultati sono ancora più orgoglioso di averlo detto, anche se forse quelle parole mi sono costate la sconfitta. Il centrosinistra in passato, anche per le vicende in Liguria, ha chiesto le dimissioni di Toti. Ora che diranno?”.

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Al di là delle dichiarazioni, c’è l’intenzione di Minicuci e della Lega di ‘pressare’ la maggioranza sulla questione politica e morale?

“Voglio proporre a tutto il centrodestra un consiglio comunale straordinario per valutare tutte le misure da adottare. Inoltre, chiederò di valutare l’istituzione di una commissione esterna che possa produrre un’indagine indipendente e imparziale su quanto accaduto.

Da non trascurare poi -afferma Minicuci- che il Prefetto di Reggio Calabria potrebbe anche chiedere al Ministero la possibilità di inviare una commissione d’accesso al Comune. L’art. 143 del Tuel in questo senso parla molto chiaro quando si sofferma sui “collegamenti diretti o indiretti degli amministratori con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare”.

Minicuci non entra nel merito dell’inchiesta Ducale, ancora alle fasi preliminari, e si rivolge direttamente al sindaco Falcomatà.

“Faccia finire l’agonia di Reggio Calabria che dura oramai da qualche anno. Demi Arena all’epoca fu mandato a casa per molto meno. In tutte le tv e giornali nazionali, l’immagine e la reputazione della città ne escono distrutte. Viene fuori l’idea che tutti i reggini siano mafiosi, ma non è assolutamente così.

Particolare poi che i fatti dedicati a Reggio Calabria siano usciti subito dopo le elezioni, cosa che ritengo giusta, ma a Genova invece siano usciti a 20 giorni dall’appuntamento elettorale. Il Pd così ha avuto un indiretto vantaggio”.

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Dal presente, ancora al passato datato 2020. Il giornalista Klaus Davi ha parlato di ‘odore nauseabondo’ nelle settimane della campagna elettorale del 2020, a urne ‘ancora calde’ aveva denunciato anomalie nei seggi di Archi.

“Anche Angela Marcianò lo aveva fatto e lo stesso il sottoscritto. Avevamo avuto segnali chiarissimi in diversi seggi della città, Klaus Davi aveva il polso della situazione ad Archi sia perchè risiedeva in quel quartiere e poi potendo sfruttare le sue qualità di abile giornalista.

Al ballottaggio, soprattutto in alcune sezioni elettorali poste al nord della città, la differenza di voti è stata molto importante superiore al 70-30%. Un dato anomalo che a quanto leggiamo e quanto visto negli anni scorsi, potrebbe aver avuto cause specifiche.

Se Carmelo Giustra ha fatto quelle dichiarazioni, con voti smistati in modo illecito, in quanti altri seggi potrebbero essere accadute cose simili? Ricordo in particolare di un seggio “gestito” da una famiglia intera, che si era chiusa misteriosamente per qualche ora…”.