Femminicidio Sara, l’UDI RC: ‘Ogni donna ha il diritto di restare viva. Serve educazione del rispetto’

"È il momento di dire basta, è il momento di agire, di trasformare il dolore in una forza di cambiamento per un futuro migliore" la nota dell'associazione reggina

Violenza Donne (1)

Esasperazione, delusione, paura, frustrazione. Sono questi i sentimenti che accompagnano l’ennesimo femminicidio che ha colpito l’Italia. A Messina, una giovane donna di 20 anni, Sara Campanella, è stata brutalmente uccisa da una coltellata che le ha reciso la giugulare, nel pieno di un pomeriggio qualunque. La sua vita è stata stroncata per mano di un uomo di 27 anni, che, con un gesto di inaudita violenza, ha messo fine ai sogni e alle ambizioni di una giovane donna, una guerriera, una partigiana odierna caduta nella guerra contro le disuguaglianze di genere”.

A scriverlo, in una nota stampa, è l’Unione Donne in Italia Reggio Calabria APS.

Leggi anche

“Sara Campanella rappresenta tutte quelle donne che, purtroppo, ogni giorno lottano per “ripristinare” la loro libertà di scelta, per affermare la loro autodeterminazione. Ogni donna ha il diritto di restare viva, respingendo un uomo che, in preda a ossessioni di possesso e controllo, decide arbitrariamente della sua esistenza. Ma a distanza di anni, anche nel 2025, in una società che si definisce emancipata, le donne sono ancora “pezzi di carne” nelle mani di uomini che disconoscono il significato di libertà, di rispetto, di umanità.

Sara era una studentessa, una ragazza come tante, con sogni da realizzare, ma il suo destino è stato deciso in modo crudele, tra l’asfalto e il cemento di una città italiana. “Mi sta seguendo”, ha scritto nel suo messaggio a un’amica, poco prima del buio che ha posto fine alla sua vita. Una morte che lascia un vuoto incolmabile nei cuori di familiari, amici e chiunque abbia conosciuto la sua energia e la sua voglia di vivere.

A margine di questa tragedia si sollevano le consuete domande: “Avrà denunciato?”, “I familiari sapevano?”, “Le amiche sapevano?”. Si ritorna sempre sulle stesse questioni, senza mai trovare risposte soddisfacenti. Le forze dell’ordine, con tutte le loro risorse, sono realmente preparate a intervenire in tempo? Le app dedicate alla protezione delle donne sono sufficientemente diffuse e conosciute? La banalità del male è che tutto questo accade in un contesto in cui il sistema non è ancora sufficientemente pronto a proteggere chi è in pericolo, dove l’urgenza di fermare l’escalation di violenza sembra troppo spesso ignorata.

Leggi anche

Un urgente bisogno di cambiamento

Italia 2025, eppure ci troviamo ancora a parlare di femminicidi e violenza di genere. È imprescindibile un cambiamento culturale radicale, che parta dalle scuole, dalle famiglie, e dagli ambienti di lavoro. Solo un’educazione basata sul rispetto reciproco e sull’uguaglianza potrà davvero portare a un mutuo dialogo tra pari. È necessario che la società cambi la luce sotto cui viene percepito il rapporto tra uomo e donna, in modo che la libertà femminile e l’autodeterminazione siano garantite senza alcuna riserva.

Sara Campanella rappresenta non solo una giovane vittima, ma anche un grido di speranza, una chiamata a lottare per una società che rispetti, che protegga, che garantisca la libertà di scelta per tutte le donne. La violenza di genere è un male che deve essere combattuto con azioni concrete, politiche di formazione e un cambiamento radicale nella percezione della donna all’interno della nostra società.

Le donne, oggi più che mai, devono essere libere di essere se stesse, senza paura, senza vincoli, senza violenze. È il momento di dire basta, è il momento di agire, di trasformare il dolore in una forza di cambiamento per un futuro migliore, più giusto, dove ogni donna possa vivere libera e senza paura.

logo community