Sanremo, Calabria sul palco con Brunori. Reggio fa il tifo per lui: perchè è giusto sostenerlo

Ci sono diversi motivi per cui fare il tifo per Brunori. Occhi puntati su di lui., ecco perchè tutti dovremmo sostenerlo

brunori

Schietto e sincero. Genuino, mai banale. Con un gran senso dell’umorismo. Dario Brunori, in arte Brunori Sas, si appresta a salire sul palco dell’Ariston. Per la sua prima volta.

Da oggi e fino al 15 febbraio si terrà il 75′ Festival della canzone italiana tutta la Calabria farà il tifo per l’artista cosentino.

Era l’11 settembre 2015 quando Dario Brunori incantava il Parco Ecolandia, proprio qui a Reggio Calabria con un racconto tra musica e parole che ha emozionato il pubblico reggino nel corso di una delle tante edizioni del ‘Face Festival’. Empatico, disponibile, alla mano e sempre sorridente. Tra i 29 big in gara a Sanremo, quest’anno, c’è anche Dario Brunori che con la sua canzone “L’albero delle noci” proverà a conquistare gli italiani.

E anche Reggio Calabria, che lo ha accolto diverse volte in città, sosterrà il cantante cosentino.

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Perchè dovremmo tutti sostenerlo? Perchè è calabrese, ovviamente. Perchè è tra i più bravi cantautori di questa edizione e pechè la canzone promette bene. Anche i reggini saranno fieri di lui. Saranno orgogliosi di avere come rappresentante della calabresità sul palco dell’Ariston. Perchè Brunori è un’artista elegante, raffinato, sincero. E chissà se l’ago del complesso sistema di votazione che decreterà il vincitore penderà sul suo nome.

Certo è che se tutti i calabresi lo voteranno, probabilmente, potrà avere qualche possibilità in più di vincere. Se così fosse, porterebbe la Calabria ad avere un’enorme visibilità e risonanza mediatica.

Se associamo la Calabria al Festival di Sanremo, il primo nome che balza alla memoria è sicuramente quello di Mino Reitano, artista di Fiumara (RC) che ha portato la sua voce e la sua passione per la musica in ben sette edizioni del Festival. C’è poi Rino Gaetano, il genio ironico di Crotone che nel 1978 conquistò il pubblico con Gianna. Come non ricordare le incredibili voci femminili delle sorelle Domenica Rita Adriana Bertè (in arte Mia Martini) e Loredana Bertè. Nel recente passato hanno brillato sul palco dell’Ariston anche il raffinato cantautore crotonese Sergio Cammariere e il giovane artista cosentino Aiello.

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Adesso toccherà invece a Brunori, a emozionare i tanti calabresi. E allora perchè tutti noi dovremmo tifare per lui? Perchè è l’unico artista calabrese, perchè rappresenta la nostra regione, perchè la canzone ‘L’albero delle noci‘ promette di far riflettere, tanto da essere stata già premiata dall’Accademia della Crusca, che lo ha giudicato il miglior testo in gara. Perchè Brunori incarna lo spirito calabrese, semplice, genuino, autentico. Perchè è profondamente legato alle proprie radici. Perchè la sua vittoria porterebbe un pezzo di Calabria nelle case di tutti gli italiani. Perchè è un esempio positivo.

“Nel suo L’Albero delle Noci Brunori, da cantautore classico, celebra, con un testo nettamente autobiografico, l’arrivo della figlia Fiammetta, con invenzioni e immagini molto belle, a parte qualche tratto del passato come rime baciate”.

Così Lorenzo Coveri, già professore ordinario di Linguistica italiana nell’Università di Genova e accademico della Crusca, tra i massimi studiosi della lingua della canzone italiana.

In un momento storico in cui i media legano troppo spesso la Calabria ad una narrazione negativa, Brunori rappresenta una bella pagina di cronaca made in Calabria. Partito da un piccolo paese, adesso prova a conquistare il grande pubblico. In bocca al lupo Dario.

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Il testo di L’albero delle noci di Brunori Sas

di D. Brunori

Sono cresciute veloci le foglie sull’albero delle noci
E nei tuoi occhi di mamma adesso splende una piccola fiamma
Io come sempre canguro fra il passato e il futuro
Scrivo canzoni d’amore alla ricerca di un porto sicuro
E come un ragioniere in bilico fra il dare e l’avere
Faccio partite doppie persino col mio cuore
Come si può cadere in basso
Da una distanza siderale
Sono passati veloci questi anni feroci
E nel mio cuore di padre il desiderio adesso è chiuso a chiave
E tu sei stata bravissima all’esame di maturità
Ad unire i puntini fra la mia bocca e la verità
Che tutto questo amore io non lo posso sostenere
Perché conosco benissimo le dimensioni del mio cuore
E posso navigare anche in assenza di stella polare
Vorrei cambiare la voce
Vorrei cantare senza parole
Senza mentire
Per paura di farti soffrire
Vorrei cantarti l’amore, amore
Il buio che arriva nel giorno che muore
Senza cadere
Nella paura di farti male
Sono cresciuto in una terra crudele dove la neve si mescola al miele
E le persone buone portano in testa corone di spine
Ed ho imparato sin da bambino la differenza fra il sangue e il vino
E che una vita si può spezzare per un pezzetto di carne o di pane
E a tutta questa felicità io non mi posso abituare
Perché conosco il sogno del faraone
Le vacche grasse e le vacche magre
E che si può cadere da una distanza siderale
Vorrei cambiare la voce
Vorrei cantare senza parole
Senza mentire
Per paura di farti soffrire
Vorrei cantarti l’amore, amore
La notte che arriva nel giorno che muore
Senza cadere
Nella paura di farti male
Sono cresciuti troppo veloci questi riccioli meravigliosi
E ora ti vedo camminare con la manina in quella di tua madre
E tutta questa felicità forse la posso sostenere
Perché hai cambiato l’architettura e le proporzioni del mio cuore
E posso navigare sotto una nuova stella polare

Qui il video realizzato nel lontano 2015 all’interno del Parco Ecolandia di Reggio Calabria, in occasione del Face Festival.