Sanità in Calabria, lo sfogo di una giovane: “Costretta ad andare via dalla mia terra”
La lettera, inviata a CityNow, di una giovane laureata calabrese costretta ad emigrare. "La speranza è di poter, un giorno, avere la possibilità di lavorare e vivere nella terra che amiamo"
21 Marzo 2019 - 12:34 | Redazione
La Calabria ogni anno perde un pezzo del proprio futuro. Tanti, troppi, i giovani costretti ad emigrare altrove, salutare amici e parenti per dover ricominciare una vita da zero. Attraverso una lettera inviata alla redazione di CityNow, una giovane calabrese racconta della propria esperienza, strettamente collegata alla triste situazione che vive da anni la Sanità nel nostro territorio ed esplosa con le notizie uscite nelle ultime settimane.
“Salve,
sono una giovane calabrese laureata in Tecniche della Riabilitazione Psichiatrica. Se vi state chiedendo che titolo di laurea è… tranquilli è normale.
La poca informazione che ancora ruota attorno alla mia figura dopo 18 anni dal D.M. 29 marzo 2001 n°182 è ancora molta, sia a livello nazionale che, ovviamente, a livello regionale. Ma la Psichiatria, per fortuna, dai tempi dei Manicomi è andata avanti.
Considerata la situazione dell’Asp di Reggio Calabria, volevo segnalare la situazione delle REMS, Residenza per l’Esecuzione Misure di Sicurezza. L’ultima legge 81/2014 prevede che devono essere attive in tutta Italia.
Invece in tutte le Asp della Regione Calabria non è presente un Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica assunto a tempo indeterminato. Se è presente, alla voce Amministrazione Trasparente i concorsi non sono visibili.
Io sto ancora aspettando il concorso, chissà se mai uscirà. Nei diversi decreti di superamento degli OPG, si parla per la Calabria di 2 REMS, una già attiva a Santa Sofia d’Epiro(CS) sotto la gestione di una cooperativa ed una a Girifalco(CZ) che ancora non è stata ultimata.
Da decreto i lavori dovevano terminare a Febbraio 2016, ma casualmente il cantiere è stato bloccato e mi chiedo se mai terminerà. Inoltre ci tengo a sottolineare che io lavoro presso un’AUSL dell’Emilia Romagna a tempo determinato, dove non assumono più i laureati in Educatore Professionale, poiché proprio grazie al DM 29 marzo 2001 n. 182, le due figure non sono più equipollenti, causa cambiamento del Piano di Studi.
Questa notizia ancora a molti dei vertici Regionali, ma anche delle aziende private, non è nota, nonostante la Legge n. 205 del 2017. In molti bandi e altri progetti invece, come ad esempio il progetto ‘Dopo Di Noi’, viene citata sempre la presenza dell’Educatore ed il Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica.
Grazie per avermi dato l’opportunità di raccontare la mia storia, che comunque si identifica con tante altre storie simili di ragazzi calabresi costretti a cercare fortuna altrove nella speranza di poter, un giorno, avere la possibilità di lavorare e vivere nella terra che più amano e nella quale son cresciuti”.