Sanità in Calabria, l'idea di Occhiuto: "Centri vaccinali diventino luoghi di prevenzione"

"Se si riesce in questo, dimostreremo ancora una volta che la Calabria è capace di dare vita a buone pratiche"

“Sulla sanità mi gioco tutto”. E’ stato questo lo slogan post elezioni di Occhiuto dopo essersi insediato ufficialmente alla Cittadella, il tema della sanità diventa cosi giocoforza il termometro per valutare l’operato della Regione Calabria.

Nel corso della conferenza stampa svoltasi presso l’E Hotel di Reggio Calabria, Occhiuto ha dato ampio spazio alla sanità, anche perchè stimolato da numerosi amministratori del territorio metropolitano, quasi tutti particolarmente sensibili sul tema, complici le datate difficoltà della sanità in Calabria.

Nel corso del suo intervento Occhiuto, dopo aver scherzosamente tentennato (“ci sono i giornalisti in sala, non so se dirlo”) ha rivelato uno dei propositi futuri i centri vaccinali.

“In questi giorni pensavo che tra qualche mese si vaccinerà sempre meno, quindi i centri vaccinali saranno smantellati. Mi sono chiesto, ‘Perchè non trasformarli in luoghi fisici dove si fa la prevenzione?’ Ad esempio screening per il diabete, le mammografie e tutte le attività di prevenzione.

Nei nostri ambulatori, con le liste di attesa lunghissime, queste prestazioni non verrebbero mai effettuate in tempi brevi. Per queste ragioni -spiega Occhiuto- vorrei dedicare una parte di questi centri vaccinali in luoghi fisici dedicati all’attività di prevenzione. Se si riesce in questo, dimostreremo ancora una volta che la Calabria è capace di dare vita a buone pratiche”.

Sempre sul tema della sanità, Occhiuto ha poi elencato i centri della provincia dove saranno realizzati presidi sanitari territoriali, case della salute, case di comunità, centri operativi territoriali. Si interverrà sulla carenza di personale e sul superamento del deficit amministrativo dell’Asp reggina, nella gestione dei concorsi con l’Agenas.

Inoltre 86 milioni di euro “trovati nei cassetti e mai utilizzati’ saranno spesi per attrezzature mediche di cui molti centri sono carenti o totalmente sprovvisti. Infine, l’idea di dar vita ad un Polo di Pediatria regionale, sulla base di un accordo da sottoscrivere con l’ospedale Bambino Gesù di Roma e lo sblocco dei finanziamenti per i Poli dell’infanzia.