Sanità calabrese, l’inchiesta di Catania che chiama in causa il nuovo commissario
Il Governo sceglie Gaudio per la sanità calabrese. Lui risulta indagato per una serie di scandali legati ad alcuni concorsi universitari che sarebbero stati truccati in modo da pilotarne l’esito.
16 Novembre 2020 - 20:41 | di Vincenzo Imperitura
E alla fine fu Eugenio Gaudio. Il cosentino ex magnifico rettore della Sapienza, prenderà il posto ancora caldo del silurato Saverio Cotticelli (visto che il commissario in pectore Zuccatelli, sulla poltrona più alta della martoriata sanità calabrese non ha fatto in tempo nemmeno a sedersi, travolto dalla sua stessa inadeguatezza diffusa urbi et orbi negli ultimi giorni): l’auspicio è rimettere insieme quello che resta dello sgangheratissimo sistema sanitario calabrese.
L’INCHIESTA DI CATANIA
Sulla nuova strada che dovrebbe essere tracciata dall’ex numero uno dell’Ateneo più grande d’Europa, incombe però l’inchiesta “università bandita” condotta dalla procura di Catania, che nel luglio dello scorso anno portò alla luce una serie di scandali legati ad alcuni concorsi universitari che sarebbero stati truccati in modo da pilotarne l’esito.
Tra i 66 indagati chiamati in causa dai magistrati etnei, c’era anche Eugenio Gaudio, all’epoca dei fatti ai vertici della Sapienza. Per Gaudio, gli inquirenti ipotizzavano il reato di concorso in turbativa: «Nella qualità di rettore dell’università La Sapienza – scriveva il Gip ripercorrendo il caso di un concorso finito nella rete degli investigatori – ricopriva la qualità di concorrente morale. Nello specifico, interpellato su una sua disponibilità a partecipare come membro interno per un’eventuale commissione ex art, 18, rappresentava la possibile presenza di candidati più titolati della D’Agata e indicava la procedura ec art. 24 come quella più sicura per garantire l’ordinariato alla D’Agata».
Nel sistema ipotizzato dai magistrati catanesi, all’interno dell’università la rotazione delle cattedre era gestita a tavolino in barba a requisiti e merito, e uno di questi ingranaggi, ipotizzano gli inquirenti, potrebbe essere proprio il nuovo commissario alla sanità Eugenio Gaudio, «l’amico romano» di un’inchiesta che ha avuto ripercussioni anche su alcuni professori della Mediterranea di Catanzaro. Rispetto alla posizione di Gaudio, che è già stato interrogato e che avrebbe ricevuto l’avviso di conclusione indagine, i magistrati etnei sembrerebbero intenzionati a chiedere l’archiviazione.