Lucano a San Ferdinando: “Chiudere la baraccopoli, è uno scempio”
Lucano propone un progetto di accoglienza nei borghi abbandonati della Calabria: "Così potrebbero tornare a vivere"
03 Marzo 2025 - 15:30 | Redazione
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“Siamo qui per sperare che ci possa essere una svolta e che questo scempio venga cancellato. Mi sento emotivamente coinvolto perché la vita delle persone della baraccopoli si è spesso intrecciata con Riace”.
Lo ha detto l’europarlamentare di Alleanza Verdi Sinistra e sindaco di Riace, Mimmo Lucano, in visita stamattina nell’area industriale di San Ferdinando, alla baraccopoli dove risiedono i braccianti di origine africana tra le baracche e le tende installate sei anni fa dal Ministero dell’Interno e dalla Protezione Civile.
Assieme a Lucano, una delegazione formata da circa 30 persone tra esponenti dell’Anpi, di Rifondazione Comunista, Alleanza Verdi Sinistra, padre Alex Zanotelli, l’ex sindaco di Rosarno Peppino Lavorato, don Pino Demasi di Libera Calabria e il magistrato Emilio Sirianni, da anni molto vicino a Lucano e presente a titolo personale.
“In Calabria esistono paesi abbandonati, si potrebbero accogliere i migranti”
“Non è accettabile che nella nostra terra ci siano queste condizioni. Sono qui per ribadire che questa baraccopoli va chiusa subito.
Voglio raccontare questo scempio in Europa, dirò che in Italia esistono situazioni di questo genere, al limite della deportazione.
In Calabria ci sono tantissimi paesi abbandonati che potrebbero essere al centro di un disegno di accoglienza. Mi sono reso conto che attraverso l’accoglienza questi nostri paesi abbandonati potrebbero ritornare a vivere”.
Per Lucano, “occorre un progetto più ampio nel segno della tradizione di accoglienza e del rispetto dei valori umani. Per questo stiamo per presentare un progetto di legge europeo sul tema dell’accoglienza e della residenza diffusa“.
Sirianni: “L’Europa non è carri armati, ma sogno di pace e diritti”
“Sono qui – ha detto Sirianni – perché proprio in luoghi come questi si dà il senso della potenza dell’Europa, che non sarà mai rappresentata dai suoi eserciti, ma da un sogno di pace e di diritti.
Il sogno europeo, infatti, è il riconoscimento dei diritti per tutti, cominciando dagli ultimi. Sei milioni di persone continuano a rischiare la vita nelle traversate in mare per raggiungere l’Europa, unico lembo di terra nel quale i diritti sono riconosciuti a tutti.
Questo è il senso della bandiera dell’Europa, non certo i carri armati”.
“So cos’è l’ingiustizia, ed è da qui che si deve ripartire”
“Mi viene in mente – ha aggiunto Sirianni – che dopo 32 anni in magistratura, io non so cos’è la giustizia, ma so con certezza cos’è l’ingiustizia.
Ed è proprio da questa consapevolezza che si dovrebbe ricominciare”.
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