Salute mentale e i suoi disturbi: autismo, comprendere, diagnosticare e supportare
Storia, terapia e supporto dei DSA. Affinché le persone con autismo possano vivere una vita piena e soddisfacente, c'è bisogno di collaborazione
11 Giugno 2024 - 09:05 | Dott. Vincenzo Messina
Il disturbo dello spettro autistico (DSA) è una condizione neurobiologica complessa, che ha suscitato l’interesse del mondo scientifico fin dai primi del Novecento.
Il termine “autismo” fu coniato per la prima volta nel 1911 dallo psichiatra svizzero Eugen Bleuler, che lo utilizzò per descrivere una particolare forma di distacco dalla realtà nei pazienti con schizofrenia. La concettualizzazione dell’autismo “moderno” iniziò invece solo negli anni ’40, grazie al lavoro di Leo Kanner e Hans Asperger.
Leo Kanner, psichiatra austriaco che lavorava negli Stati Uniti, pubblicò nel 1943 uno studio su un gruppo di bambini che mostravano difficoltà nella comunicazione, nel comportamento sociale e avevano interessi limitati e ripetitivi. Kanner definì questa condizione come “autismo infantile precoce“.
Quasi contemporaneamente, Hans Asperger, pediatra austriaco, descrisse un altro gruppo di bambini che presentavano caratteristiche simili, ma con un linguaggio più sviluppato e un’intelligenza normale o superiore.
Questo quadro clinico fu successivamente denominato “sindrome di Asperger“. Per molti anni, la sindrome di Asperger e l’autismo infantile precoce furono considerate due entità separate; con la pubblicazione del DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quinta edizione 2013), la sindrome di Asperger è stata ufficialmente inclusa nel disturbo dello spettro autistico dal momento che le conoscenze scientifiche avevano rilevato che entrambe le condizioni psicopatologiche facevano parte di un unico spettro di disturbi.
Diagnosi e trattamento dell’autismo
La diagnosi del disturbo dello spettro autistico è basata su un’osservazione clinica attenta e su una valutazione psicodiagnostica approfondita. I criteri diagnostici si concentrano principalmente su due aree:
- difficoltà nella comunicazione e nell’interazione sociale
- presenza di comportamenti, interessi o attività ristretti e ripetitivi.
Questi sintomi possono variare notevolmente da individuo a individuo, rendendo ogni caso unico. Il processo diagnostico inizia spesso con i genitori o gli insegnanti che notano comportamenti atipici nei bambini. Segue un percorso di valutazione che coinvolge pediatri, neuropsichiatri infantili, psicologi e l’impiego di strumenti psicodiagnostici standardizzati. I trattamenti per l’autismo sono altrettanto vari quanto i sintomi. Non esiste una cura unica per il disturbo, ma esistono numerosi interventi che possono migliorare significativamente la qualità della vita delle persone con autismo. Tra questi, le terapie comportamentali come l’ABA (Applied Behavior Analysis), le terapie occupazionali, le terapie del linguaggio, le terapie farmacologiche per gestire sintomi associati come l’ansia o l’iperattività e più recentemente l’utilizzo della Stimolazione Magnetica Transcranica ripetitiva (rTMS).
Supporto continuo e collaborazione multidisciplinare
Il supporto alle persone con autismo e alle loro famiglie è un processo che richiede la collaborazione di una rete variegata di professionisti. Lo psichiatra o il neuropsichiatra infantile, svolgono un ruolo determinante nella diagnosi e nella gestione dei trattamenti farmacologici. Lo psicologo è fondamentale per la valutazione psicodiagnostica e per l’implementazione di terapie comportamentali e di supporto. Altre figure professionali, quali i terapisti occupazionali e i logopedisti, sono necessari per migliorare le capacità funzionali e comunicative, le scuole e gli educatori hanno infine il compito di creare ambienti inclusivi e di supporto all’apprendimento e allo sviluppo sociale. E’ quindi evidente la necessaria collaborazione tra medici, psicologi, terapisti, educatori e famiglie per garantire che le persone con autismo possano vivere una vita piena e soddisfacente.