Salute mentale, il disturbo istrionico di personalità: tra la paura della solitudine ed il bisogno d’amore

L'approfondimento dell'esperto dott. Messina dell'istituto di Neuroscienze di Reggio Calabria

Sono ormai trascorsi quasi 140 anni da quando Sigmund Freud utilizzò per la prima volta il termine di “Isteria”, ipotizzando una origine psicologica nella sofferenza di quelle pazienti che presentavano una sintomatologia correlata a una alterazione o perdita del funzionamento fisico ma senza alcuna alterazione organica obiettiva.

Con la pubblicazione del DSM III nel 1980, il concetto di “nevrosi isterica” e il termine isteria sono completamente abbandonati e l’insieme dei sintomi riferiti alla “Nevrosi Isterica” sono suddivisi nei “Disturbi Somatoformi”, “Disturbi Dissociativi” e “Disturbo Istrionico di Personalità”.

Questo ultimo disturbo, che fa quindi riferimento a tratti di personalità disfunzionali, si caratterizza per una grande ricerca dell’attenzione altrui.

Il disturbo istrionico di personalità

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I soggetti tendono a esagerare i loro pensieri e sentimenti e a far sembrare tutto più vitale di quanto non sia, manifestano scatti d’ira, pianti e accuse quando non sono al centro dell’attenzione o non ricevono lodi o approvazione; sono eccitabili ed emotivi e si comportano in modo colorito, drammatico ed estroverso. Tuttavia, l’aspetto più evidente è l’incapacità di mantenere legami sinceri che sottende il comportamento seduttivo. Sfruttano spesso il proprio corpo come un’arma di seduzione, sia presentandolo in un contesto sessuale, sia simulando sintomi che richiedono attenzione e cure da parte degli altri.

L’ossessione per l’aspetto fisico è portata all’estremo, il corpo diventa il mezzo principale per impedire agli altri di allontanarsi dalle loro vite, mostrano una costante preoccupazione per l’immagine corporea, dedicandosi alla sua cura, nutrimento e perfezionamento in maniera ossessiva. Lo sguardo seducente è l’arma di seduzione prevalente per ottenere l’approvazione degli altri, convinti che l’apparire perfetti e irresistibili, sia il modo per garantirsi di non rimanere mai soli. Si dedicano spesso in modo eccessivo agli altri, esaudendo ogni loro desiderio e sacrificando le proprie esigenze personali, comportamento che non deve essere confuso con l’altruismo in quanto ha il solo scopo di garantirsi amore, affetto e gratitudine, pagando un prezzo elevato: sacrificano la propria libertà, il proprio piacere e persino la propria identità per ottenere l’amore che tanto desiderano.

Il Disturbo ha radici profonde che risalgono all’infanzia. Durante quegli anni cruciali, questi soggetti potrebbero aver vissuto esperienze dolorose di mancanza di cure e di scarsa attenzione ai propri bisogni emotivi. Questa mancanza di affetto può determinare un profondo senso di inadeguatezza che diventa parte intrinseca dell’identità. In altri casi, i soggetti possono aver ricevuto attenzione solo durante periodi di malattia o per problemi fisici, il che porta a sviluppare un modello disfunzionale di attaccamento. Questo tipo di attaccamento disfunzionale può spingere a crescere con una costante sensazione di essere insignificante e in cerca costante di conferme e attenzione dagli altri. Si tratta di un circolo vizioso, in cui la persona cerca di mascherare la ferita profonda di inadeguatezza dietro una facciata forte ed eccentrica.

I soggetti con disturbo istrionico di personalità spesso non sono consapevoli dei loro reali sentimenti; in tale ottica, la psicoterapia è lo strumento terapeutico di elezione, con l’obiettivo di fornire al paziente gli strumenti necessari per la chiarificazione dei loro sentimenti interiori. La psicoterapia ad orientamento psicoanalitico è probabilmente il trattamento di scelta in questi casi.

La farmacoterapia, inoltre, può essere coadiuvante nel trattamento dei sintomi e nel favorire l’interazione sociale e il superamento di fasi attive di patologia.

Dott. Vincenzo Messina