Salute mentale: il complesso mondo dei disturbi dell’umore

Quando l’umore si modifica in maniera persistente e accentuata ne può derivare un disagio psichico. L'approfondimento dell'esperta dell'istituto di Neuroscienze di Reggio Calabria

Salute Mentale

L’umore è uno stato d’animo di base che colora l’esistenza psichica di un individuo.

Esso è modulato da eventi di vita ed è regolato da meccanismi biologici che coinvolgono specifiche aree del sistema nervoso centrale (come il sistema limbico e il lobo frontale) e che stanno alla base di fluttuazioni continue fra polarità opposte (tristezza e felicità euforica).

Quando l’umore si modifica in maniera persistente e quantitativamente accentuata ne può derivare un disagio psichico con ripercussioni sul funzionamento globale dell’individuo. In questo caso l’intensità e la durata delle “normali” esperienze di demoralizzazione o di tristezza o di euforia daranno origine ad un disturbo dell’umore.

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Secondo il DSM-5 i disturbi dell’umore includono varie categorie diagnostiche fra cui di distinguono due macro-aree: disturbi depressivi e disturbi bipolari.

I disturbi depressivi si presentano come una sindrome caratterizzata da uno o più episodi depressivi nel corso della vita.

L’episodio depressivo si manifesta con sintomi psichici (tristezza marcata, perdita di piacere, ansia, irritabilità), sintomi fisici (stanchezza) e sintomi comportamentali (rallentamento ideomotorio, trascuratezza, facilità al pianto). La diagnosi più classica e tipica della depressione è la “Depressione Maggiore” (DM), disturbo dell’umore più frequente, con una prevalenza nel corso della vita fra il 4 e il 17%. Insorge tipicamente fra i 20 e i 40 anni (sebbene ci possano essere anche insorgenze precoci o tardive) e colpisce più frequentemente il sesso femminile. Gli episodi di DM possono essere preceduti da un evento stressante (lutto, separazione, divorzio) ma hanno una importante base genetica che determina la predisposizione alla sua insorgenza che può essere lenta e insidiosa. Il disturbo può protrarsi per più di un anno e se non adeguatamente trattata può cronicizzare.

La Depressione Maggiore, laddove adeguatamente trattata, può andare incontro a risoluzione completa. Tuttavia, nel 20-40% dei casi, può verificarsi la presenza di una residualità sintomatologica (insonnia, astenia, irritabilità) che può causare il perdurare dello scadimento del funzionamento globale. Il trattamento dei disturbi depressivi prevede un intervento specifico di farmacoterapico, con il contributo spesso associato di psicoterapia.

La depressione che si manifesta nell’ambito di una Depressione Maggiore prende il nome di depressione unipolare.

I disturbi bipolari si caratterizzano invece per l’alternarsi di episodi depressivi (depressione bipolari per distinzione dalle unipolari) e di episodi maniacali o ipomaniacali. L’ episodio maniacale si caratterizza per la presenza di una esaltazione patologica del tono dell’umore.

Si presenta con sintomi psichici (euforia, irritabilità), sintomi fisici (insonnia, aumento innaturale dell’energia, iperfagia) e sintomi comportamentali (logorrea, iperattività, disinibizione comportamentale). L’episodio ipomaniacale è invece un’esaltazione patologica dell’umore ma di intensità e durata meno grave del maniacale.

Il primo episodio di un disturbo bipolare può essere sia depressivo che maniacale o ipomaniacale. Nel corso della vita, nella maggior parte dei pazienti, prevalgono gli episodi depressivi, che determinano una chiara sofferenza mentale. Inferiore invece può essere il numero degli episodi di esaltazione del tono dell’umore che in alcuni casi può anche manifestarsi in modo non franco (episodi ipomaniacali- meno gravi dei maniacali- o condizione di importante ipertimia- umore persistentemente espanso senza compromissione del funzionamento globale) ed essere percepito dal paziente come un momento gradevole e quindi non patologico. Il soggetto potrebbe in questo caso non essere consapevole della propria malattia e non ricorrere alle cure dello specialista, di contro, in fase depressiva, potrebbe non riportare il racconto degli episodi espansivi durante i colloqui clinici con lo psichiatra e indurre lo stesso a porre diagnosi di “Depressione maggiore”.

La diagnosi differenziale fra il disturbo depressivo e quello bipolare non è quindi agevole, è necessario che lo psichiatra esplori con attenzione la storia clinica del paziente, anche attraverso un accurato colloquio con i familiari e presti particolare attenzione ai sintomi più specifici che differenziano i due disturbi. La diagnosi differenziale è infatti fondamentale in quanto i due disturbi necessitano di trattamenti differenti per cui, se un disturbo bipolare insorge con un episodio depressivo e, per la sintomatologia in parte sovrapponibile, viene diagnosticato come Depressione Maggiore, le terapie improprie potrebbero determinare uno switch, cioè un viraggio da uno stato depressivo ad uno maniacale, peggiorando quindi il decorso della malattia (già di per sé costellato da queste alternanze).

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Come dimostrato da diversi studi, infatti, un’alta percentuale (37,5%) di pazienti con diagnosi di depressione unipolare può sviluppare nel tempo un disturbo bipolare.

Rilevanti tassi di resistenza al trattamento osservati nella depressione unipolare potrebbero dipendere da disturbi bipolari non diagnosticati. Vari lavori scientifici hanno mostrato che più del 50% delle persone con depressione unipolare resistente al trattamento hanno successivamente ricevuto una diagnosi di disturbo bipolare occulto quando sono state rivalutate durante il periodo di follow-up.
Infine è bene evidenziare che:

  • l’accurata e tempestiva diagnosi delle patologie dell’umore è fondamentale per giungere ad un trattamento precoce e individualizzato.
  • anche se spesso la consapevolezza di essere affetti da depressione in molti casi non è agevole, conoscere che esistono trattamenti efficaci, potrebbe favorire la popolazione generale nella richiesta di aiuto agli specialisti della salute mentale.
  • cure immediate possono determinare una buona remissione sintomatologica e permettere una buona qualità di vita.

Dott.ssa Fiammetta Iannuzzo Psichiatra