Salute mentale e i suoi disturbi: psicologia, dal pregiudizio all’attività professionale

La dott.ssa Giusy Custoza dell'Istituto di Neuroscienze, in questo nuovo appuntamento della rubrica dedicata alla salute mentale illustra la figura professionale dello psicologo


Salute mentale e i suoi disturbi”, questo il nome della rubrica che ospiterà, sul nostro giornale, articoli redatti dai professionisti dell’Istituto di Neuroscienze di Reggio Calabria, per discutere di salute mentale e dei disturbi ad essa correlati con lo scopo di sensibilizzare la comunità e, in tal modo, ridimensionare lo stigma che, da sempre, accompagna quest’area di patologia.

Nei precedenti articoli ci si è soffermati sulla definizione del disturbo mentale e su cosa accade al cervello quando si determina. Il disturbo mentale, come abbiamo visto, può essere correlato alla compromissione delle strutture neurobiologiche, ma anche a schemi disadattativi di apprendimento, preconcetti, pregiudizi e narrazioni che confliggono con l’ambiente. Componenti biologiche e psicologiche sono in un rapporto interdipendente e l’una influenza l’altra, pertanto comprendere quale dimensione è particolarmente disfunzionale è di fondamentale importanza per focalizzare il percorso terapeutico integrato.

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Di psicologia si sente spesso parlare, ma quanti sanno davvero di cosa si tratta? Quali sono gli argomenti e i campi oggetto d’interesse di tale disciplina? In questo articolo cercheremo di chiarire una serie di questioni che  spesso determinano grande confusione collettiva.  Il termine “psicologia” deriva dall’unione di due parole greche “psyché” (anima) e “lògos” (discorso) e letteralmente significa “discorso sull’anima”. Si può definire come lo studio scientifico della  psiche e si occupa di indagare il comportamento e i processi mentali ad esso sottostanti. Pur essendo una disciplina relativamente giovane, le sue origini risalgono alle riflessioni di celebri filosofi greci sul funzionamento mentale. Tuttavia, solo quando si iniziò a pensare che mente e comportamento potessero essere oggetto di analisi scientifica, la psicologia acquistò una sua identità autonoma con l’istituzione nel 1879 del primo laboratorio sperimentale di psicologia all’Università di Lipsia da parte di Wilhelm Wundt.

Prima di addentrarci negli ambiti oggetto di studio della psicologia, è opportuno sfatare alcuni miti che da sempre ruotano attorno alla figura dello psicologo e governano lo scenario collettivo. Sono innumerevoli gli aspetti della nostra vita in cui ritroviamo la psicologia e questo affascina un po’ tutti, anche i non addetti ai lavori. Tuttavia, l’interesse comune verso questa disciplina spesso porta a pregiudizi infondati.

Quante volte avete sentito frasi del tipo: “Lo psicologo è per i matti”, “Per i consigli mi faccio una chiacchierata con i miei amici, non con lo psicologo” oppure “Siamo tutti un po’ psicologi”?      

Indubbiamente, questi pregiudizi allontanano i soggetti dalla richiesta d’aiuto e favoriscono lo sviluppo di disturbi con la loro conseguente cronicizzazione. In Italia per diventare psicologi è necessario laurearsi in Psicologia (5 anni), svolgere un tirocinio post-lauream di un anno e conseguire l’abilitazione all’esercizio della professione attraverso un esame di stato per poi iscriversi all’Albo professionale degli Psicologi. Secondo l’art. 1 della Legge 56/89:

“La professione di psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito”.  

Preso atto della notevole complessità che caratterizza la mente umana, la psicologia, a differenza delle altre discipline scientifiche, presenta più livelli d’analisi e di metodologie di studio e molteplici teorie sui fenomeni psicologici. Qualsiasi azione comportamentale (ad es. un atto aggressivo)  può essere analizzata in chiave biologica (eccitazione di alcune aree cerebrali); in chiave comportamentale (lo stimolo ha prodotto un’azione appresa in precedenza) in chiave cognitiva (i processi mentali correlati a quel comportamento sono dovuti  per es. alla difesa dell’onore); in chiave fenomenologica (reazione correlata all’interpretazione soggettiva dell’atto). Come si può notare ciascuna prospettiva dà una spiegazione differente dell’azione dell’individuo per cui esistono molti modi per analizzare un fenomeno psicologico. Le prospettive moderne più importanti sono cinque:

  • biologica (orientamento teso alla comprensione dei processi neurobiologici);
  • psicoanalitica (orientamento che indaga le motivazioni inconsce);
  • cognitiva (orientamento che esplora processi mentali come percepire, ragionare, decidere ecc..);
  • comportamentale (orientamento teso alla comprensione del comportamento osservabile risultante da condizionamenti e rinforzi);
  • fenomenologica (orientamento  che indaga comportamenti e processi mentali risultanti dalla nostra percezione del mondo, soggettiva e individuale).

Relativamente ai contesti in cui lo psicologo opera, possiamo distinguere differenti aree di intervento che richiedono specifiche competenze:

  • neuropsicologia: fa riferimento allo studio dei processi cognitivi e comportamentali correlati alla funzionalità del sistema nervoso centrale per cui interviene in chiave diagnostica e riabilitativa nelle alterazioni delle stesse funzioni cognitive,  correlate a lesioni o disfunzioni focali o diffuse, acquisite, congenite o  genetiche;
  • psicologia scolastica: si interessa, nell’area scolastica, dei processi di apprendimento degli studenti, di eventuali disturbi correlati e dell’orientamento dei corsi di studio;
  • psicologia del lavoro e delle organizzazioni: fa riferimento allo studio dei comportamenti delle persone nei vari contesti lavorativi al fine di salvaguardare la salute e il benessere dei lavoratori, migliorandone le competenze e le relazioni interpersonali;
  • psicologia giuridica: studia la personalità e il vissuto dei soggetti  coinvolti in procedimenti, che sono sottoposti al vaglio dell’autorità giudiziaria incaricata del processo civile o penale;
  • psicologia dello sport: interviene per favorire il benessere psichico degli atleti con l’obiettivo di facilitare il massimo potenziale del singolo e della squadra, potenziare la motivazione e gestire adeguatamente lo stress;
  • psicologia del comportamento sessuale: fa riferimento allo studio della psicofisiologia della sessualità, agli aspetti evolutivi e culturali, di identità sessuale, di conoscenza dei vari disturbi e di trattamento in chiave psicoterapica;
  • psicologia Clinica: fa riferimento allo studio delle problematiche psicologiche e relazionali dell’individuo, della famiglia e dei gruppi per il benessere psicologico. Inoltre è indirizzata al trattamento di alcune forme di psicopatologia;
  • psicoterapia: costituisce una delle aree di intervento della psicologia clinica e si occupa della cura di una serie di disturbi psichici che determinano disagio, disadattamento, sofferenza psichica e difficoltà relazionali attraverso la terapia psicologica.

L’area della psicoterapia è di particolare interesse per quanto riguarda, come sopra riportato, la cura di una serie di disturbi psichici e apre ad ulteriori riflessioni che tratteremo nei prossimi articoli.

Dott.ssa Giusy Custoza