Salute mentale: i disturbi della personalità e la loro classificazione

”Ciò che siamo” è frutto di una predisposizione genetica, ma l’ambiente e le esperienze determinano negli individui un grado di variabilità incalcolabile

“L’essere umano, in quanto tale, sviluppa il proprio modo d’essere e di rapportarsi con il mondo esterno attraverso un complesso e assolutamente “personale” modo di reagire agli stimoli esterni (eventi, problemi, relazioni ecc).

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la personalità “una modalità strutturata di pensiero, sentimento, comportamento che caratterizza il tipo di adattamento e lo stile di vita di un soggetto e che risulta da fattori costituzionali, dello sviluppo e dell’esperienza sociale”.

Da un lato ”ciò che siamo” è senza dubbio frutto di una data predisposizione genetica, ma dall’altro l’ambiente e le esperienze determinano negli individui un grado di complessità e variabilità assolutamente incalcolabile.

È proprio all’interno di questa finestra di variabilità e soggettività che il concetto di “personalità” può trascendere nel patologico sfociando in quelli che, in ambito psichiatrico, sono definiti come “disturbi di personalità”.

 

Cosa sono i disturbi di personalità?

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Il termine “disturbo di personalità” si riferisce semplicemente a una categoria diagnostica di disturbi psichiatrici caratterizzati da un pattern cronico, rigido e disadattivo di relazionarsi con il mondo.

Perché possa essere definito come alterato, questo pattern deve palesarsi in relazione ad almeno 2 (o più) delle seguenti aree di interesse:

  • il modo di pensare a se stessi e agli altri;
  • il modo di rispondere emotivamente;
  • il modo di relazionarsi con altre persone;
  • il modo di controllare il proprio comportamento.

La caratteristica più evidente e significativa di questi disturbi è il loro effetto negativo sulle relazioni interpersonali. Una persona con un disturbo di personalità è raramente in grado di intrattenere relazioni durature, significative e gratificanti con gli altri, e le relazioni che si instaurano sono spesso irte di problemi e difficoltà.

È importante ricordare comunque che ogni individuo possiede sempre dei tratti di personalità prevalenti; non esistono “cut-off” ovvero soglie matematiche per cui si possa parlare di “disturbo” o di “personalità normale”. Si parlerà infatti di disturbo di personalità solo quando questi tratti diventano rigidi, pervasivi e disadattivi.                  Come si classificano i disturbi di personalità

Ad oggi, sebbene esistano diverse classificazioni, quella internazionalmente riconosciuta e maggiormente utilizzata è quella della American Psychiatric Association riportata nel DSM (Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders) giunto alla quinta edizione. Il modello è di tipo «categoriale» in quanto “categorizza” i Disturbi di personalità in 3 Cluster: Cluster A, Cluster B e Cluster C.

I disturbi classificati all’interno del Cluster A si caratterizzano per condotte di comportamento strane, bizzarreeccentriche. Di questo cluster fanno parte quelli che definiamo come disturbo paranoide, disturbo schizoide e disturbo schizotipico.

Il cluster più famoso e del quale più spesso si parla è il Cluster B. In questi casi i soggetti si caratterizzano per le condotte di comportamento drammatiche, emotive o eccentriche. Il cluster B racchiude tutti quei disturbi di personalità che sono connessi ad una difficoltà nella gestione della regolazione delle emozioni, ad una certa impulsività, all’incapacità di sviluppare delle relazioni sociali e/o interpersonali stabili e significative. Ne fanno parte il disturbo antisociale, il disturbo borderline, il disturbo istrionico ed il ben noto disturbo narcisistico.

Infine il Cluster C include tutti quei soggetti che si caratterizzano per condotte di comportamento ansiose o inibite. Questi tratti vengono definiti come patologici nella misura in cui interferiscono con la capacità di lavorare o con quella di sviluppare relazioni sociali e intime. Fanno parte del cluster C il disturbo evitante, il disturbo dipendente e il disturbo ossessivocompulsivo di personalità“.

Dr. Vincenzo Messina