Conto alla rovescia per i saldi, l’UNC avverte: ‘Quest’anno gli sconti saranno più bassi’

Maglioni, scarpe e pantaloni in cima alle preferenze, mentre i portafogli restano leggeri dopo le feste. Negozi fisici vincono sull’online

Corso Garibaldi (2)

Al via da questa mattina i saldi invernali in Valle d’Aosta, che sarà seguita sabato 4 gennaio da tutte le altre regioni. Si stima che saranno 16 milioni le famiglie che si dedicheranno allo shopping scontato e ogni persona, secondo le stime dell’Ufficio Studi Confcommercio, spenderà circa 138 euro (307 euro a famiglia), per un giro d’affari di 4,9 miliardi di euro. Un po’ inferiori le previsioni del Codacons, che ritiene ci sarà una contrazione rispetto al passato.

Il giro d’affari dei saldi invernali – dice il presidente Carlo Rienzi – non supererà i 4 miliardi di euro, in netta diminuzione rispetto ai livelli di spesa pre-Covid, quando il giro d’affari dei saldi superava abbondantemente i 5 miliardi di euro”. Per l’associazione, dunque, i saldi invernali 2025 non vedranno l’attesa impennata delle vendite e si manterranno invece all’insegna dell’incertezza: “i portafogli degli italiani sono già vuoti dopo le feste di fine anno, e gran parte degli acquisti sono già stati anticipati alla settimana del Black Friday” osserva Rienzi. Detto questo, la tipica ricerca dell’oggetto desiderato a un prezzo conveniente ci sarà, come di consueto, e coinvolgerà 16 milioni di famiglie. Secondo un sondaggio sui saldi invernali di fine stagione, condotto in tutto il Paese da IPSOS per Confesercenti, comprerà quasi un italiano su due (46%). Il 59% degli intervistati ha già pianificato quanto investire nel rinnovo del guardaroba: in media si spenderanno circa 218 euro a famiglia, con una media più alta nel Centro Italia (quasi 263 euro) e tra gli over 34 (quasi 239 euro).

Come già per le strenne natalizie, i negozi fisici superano l’e-commerce: l’81% farà almeno un acquisto in negozio, il 54% online. Maglioni, scarpe e pantaloni saranno i prodotti più cercati, torna il denim: sempre l’81% acquisterà in un negozio. Gli affari tuttavia non saranno con la “a” maiuscola, secondo l’Unione nazionale consumatori, che prevede sconti leggermente più bassi rispetto a quelli dello scorso anno.

Ribassi per abbigliamento e calzature in calo rispetto al 2024

Questo, secondo uno studio dell’Unione nazionale consumatori, che ha analizzato i ribassi effettivamente praticati dai commercianti negli ultimi anni secondo le rilevazioni Istat, stimando il trend di quest’anno. Per Abbigliamento e calzature nel loro insieme, lo sconto è del 17,6%, in ribasso di 0,5 punti rispetto a luglio 2024 e in calo di 1,7 punti rispetto a quelli di gennaio 2024.

Il solo Abbigliamento (Indumenti + Accessori) registra un abbassamento medio dei prezzi del 18%, in diminuzione di 0,6 punti percentuali su quelli della scorsa estate e in flessione di 1,4 punti sui saldi invernali del 2024. In particolare, il record della convenienza spetta agli Indumenti, che, con una riduzione del 19,4%, rappresentano la voce più scontata, -0,6 punti su luglio 2024. Il calo minore del prezzo, come sempre, spetta agli Accessori (guanti, cravatte, cinture, ecc.), con una diminuzione dei listini del 5,7%, in netto calo rispetto a un anno fa (-2,7 punti). Le Calzature segneranno un ribasso del 16,3%, unica voce a registrare un leggero rialzo degli sconti rispetto a quelli della scorsa estate, anche se di appena 0,1 punti.

Fonte: AGI