S.P.R.A.R. Cardeto: storie di accoglienza e integrazione


 Accoglienza e integrazione sono ad oggi due sostantivi che spesso spaventano, in particolare se collegati alla massiccia ondata migratoria proveniente dall’Africa che ormai, da diversi anni, interessa l’Italia. Individuare l’aggettivo adeguato per definire chi, invece, crede ancora nel valore dell’accoglienza e della solidarietà è compito assai arduo.

Ciò nonostante, circa due fa anni nel piccolo paese aspromontano di Cardeto, su iniziativa dell’amministrazione comunale, prendeva il via il progetto S.P.R.A.R., sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.

Un nuovo modello di accoglienza, cosiddetta “integrata”, per quanti arrivano sul territorio italiano in cerca di protezione internazionale che oltre a vitto e alloggio, prevede misure di formazione, accompagnamento, assistenza e orientamento realizzate dagli enti locali con il contributo prezioso delle realtà del terzo settore.

Uno S.P.R.A.R. per famiglie quello di Cardeto, gestito dalla Coop. Marzo 78, che in due anni di attività ha accolto uomini e donne provenienti dalle più svariate realtà africane.

Assistenza sanitaria e psicologica, mediazione culturale, assistenza legale, corsi di lingua italiana, formazione professionale sono solo alcuni dei servizi che giornalmente vengono garantiti ai migranti accolti a Cardeto.

Come riferisce la responsabile del progetto per la Coop. Marzo 78 Maria Pia Russo “ad oggi sono state accolte e hanno ricevuto assistenza 35 persone secondo il meccanismo dell’ospitalità diffusa, ossia in abitazioni autonome. Tenendo conto delle specificità di ogni singolo ospite abbiamo costruito dei percorsi finalizzati al recupero della loro autonomia e alla loro inclusione nel tessuto sociale in modo tale da eliminare la logica dell’assistenza perpetua a vantaggio di una partecipazione attiva nel percorso di accoglienza e integrazione”.

Dopo due anni di attività è, dunque, tempo di bilanci e i risultati raggiunti non possono che essere gratificanti: tirocini formativi attivati in convenzione con il Comune di Cardeto e con imprese locali finalizzati alla formazione professionale dei migranti; un percorso di alfabetizzazione al fine di consentire agli ospiti l’apprendimento della lingua italiana; assistenza e accompagnamento per il disbrigo delle pratiche legali e sanitarie; sostegno psicologico, nonché una intensa e quotidiana attività di mediazione culturale fatta di piccoli gesti, incontri e iniziative, anche, ricreative e ludiche; laboratori come il “giardino dell’accoglienza” grazie al quale i beneficiari hanno contribuito al recupero e alla riqualificazione di uno spazio pubblico, segno tangibile del loro passaggio a Cardeto.

A questo si aggiunge il rapporto umano che inevitabilmente si viene a creare, ma soprattutto la partecipazione e l’entusiasmo della comunità cardetese che, giorno dopo giorno, ha imparato a conoscere i nomi, i volti e le storie dei suoi nuovi concittadini, alcuni dei quali hanno anche deciso di fermarsi a Cardeto a conclusione della loro esperienza nel circuito S.P.R.A.R.

Un bel risultato di integrazione, dunque, così come un bel esempio di integrazione sono stati i battesimi dei figli di due giovani coppie ospiti del progetto da parte di due donne del paese di Cardeto, Domenica Arfuso ed Eleonora Megale, quest’ultima assessore delegata al progetto S.P.R.A.R. “Questa iniziativa rappresenta una dimostrazione tangibile che Cardeto è terra di accoglienza e integrazione” così l’assessore Megale.

“Non si tratta di banale retorica o insignificante campanilismo, bensì un esempio concreto della sensibilità dell’intera comunità cardetese. Un plauso va agli uomini e alle donne della Coop. Marzo 78 che giornalmente si spendono e credono in questo progetto riuscendo a dimostrare quanto possa essere entusiasmante ed emozionante la commistione di culture, storie, usi e stili di vita tanto diversi tra loro”.

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