Reggio, i ragazzi del ‘Panella-Vallauri’ incontrano lo scrittore Mimmo Gangemi

L'autore ha presentato "L'atomo inquieto", una storia avvincente che attraversa le sette vite di Ettore Majorana

Mimmo Gangemi Panella Vallauri (1)

Sabato 28 ottobre nell’Aula Magna del Panella-Vallauri si è tenuta la presentazione del libro “L’atomo inquieto” dello scrittore Mimmo Gangemi, ispirato al mistero della scomparsa del grande fisico siciliano Ettore Majorana avvenuta nel 1938.

L’incontro promosso e organizzato dall’Associazione Culturale Reghium Julii, una delle realtà più attive nell’ambito della promozione culturale del nostro territorio conosciuta a livello nazionale ed internazionale, ha offerto agli studenti delle quinte classi, un momento di approfondimento e di riflessione sul ruolo della letteratura nella formazione umana e professionale dell’uomo.

Dopo i saluti della DS Prof.ssa Teresa Marino e del Dott. Giovanni Suraci componente del Reghium Julii, la Prof .ssa Benedetta Borrata scrittrice e saggista, ha presentato lo scrittore calabrese, conosciuto e molto apprezzato per la sua ampia produzione letteraria capace di spaziare da un genere narrativo all’altro. L’atomo inquieto è un libro che mantiene una sua coerenza, e che già nel titolo richiama all’idea che l’inquietudine dell’atomo rappresenti l’inquietudine del protagonista del romanzo, ma anche dello stesso scrittore, che, di fronte alla misteriosa scomparsa di Majorana propende per un epilogo diverso dall’ipotizzato suicidio, versione più accreditata della scomparsa del giovane fisico.

Gangemi nel suo romanzo narra una storia avvincente, costruita con un’ottima scrittura e caratterizzata da una trama corposa e coinvolgente, che in modo romanzato attraversa le sette vite che Majorana ha indossato come fossero abiti diversi, nella speranza di scappare da sé stesso, dopo aver prestato la sua collaborazione alla creazione della bomba atomica.

Molto interessante il dibattito che ha fatto seguito alla presentazione del libro, ricco di interventi e di domande che gli studenti e i docenti hanno rivolto all’autore e che hanno spaziato dal rapporto tra etica e scienza, ai riferimenti letterari all’opera di Pirandello e a quella di Leonardo Sciascia che già nel 1975 scriveva della “scomparsa di Majorana, ipotizzando anch’esso una ipotesi diversa dal suicidio.

È stata una mattinata intensa di studio, che ha coinvolto ed emozionato, a dimostrazione che la letteratura appartiene a tutti , è un dono prezioso che deve essere custodito ogni qualvolta viene offerto da tutti coloro che intendono diffonderla, e che contiene in essa una miracolosa medicina che potrebbe salvare il mondo.

Prof .ssa Raffaella Imbrìaco