Salvini spinge per il ritorno delle Province: ‘Ne sono straconvinto’

"Se tornassero già nel 2024 sarebbe segnale di grande efficienza", le parole del Vice premier e Ministro della Lega

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Il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi, Roma, 07 agosto 2023. ANSA/GIUSEPPE LAMI


“Mi chiedono di reintrodurre le Province. Io da segretario della Lega ne sono straconvinto. Le Province servono per scuole e strade ed è una battaglia che spero di portare al successo. Bisogna tornare all’elezione diretta, con le competenze, la scelta diretta dei cittadini e i soldi”.

Così il vicepremier e segretario della Lega Salvini dopo un incontro con i sindaci a Forte dei Marmi (Lucca). “Se tornassero già nel 2024 sarebbe segnale di grande efficienza” ha aggiunto.

Il dibattito è acceso da mesi tra favorevoli e contrari al ritorno delle Province, che sembra sempre più avvicinarsi per la convinzione del Governo Meloni. Nelle scorse settimane, attraverso una nota depositata alla Commissione Affari Costituzionali del Senato dalla sezione della Autonomie della Corte dei Conti, erano arrivati chiarimenti e rassicurazioni.

“La riforma mai compiuta delle Province e i tagli che ci sono stati con la spending review non hanno portato tanti benefici quanto “inefficienze”. La riforma incompiuta ha prodotto un contesto transitorio “caratterizzato da una condizione di incertezza”, il ridimensionamento del ruolo delle Province è stato accompagnato da rilevanti tagli delle risorse, “i cui effetti si sono riverberati negativamente sui servizi ai cittadini”.

Occorre rivedere “l’assetto del governo locale” con le attribuzioni di Comuni e Regioni, “riconsolidando le funzioni fondamentali delle Province, a partire da quelle in materia di pianificazione territoriale, ambiente, edilizia scolastica, viabilità, raccolta ed elaborazione dati, assistenza agli enti locali, pari opportunità, già previste dalla legge”. E anche i costi del ritorno all’elezione diretta non avrebbero ripercussioni significative “nell’ambito delle grandezze di finanza pubblica”.

E’ auspicabile quindi per la Corte dei Conti un riassetto delle funzioni e un riordino in materia fiscale. Anche il ritorno all’elezione diretta, secondo la magistratura contabile, non peserebbe troppo sulle casse dello Stato.

Proprio quello che l’Unione delle Province da tempo sostiene e, infatti, il presidente Michele de Pascale, invita il Parlamento a valutare attentatamene le osservazioni della Corte dei Conti, “soprattutto quando sottolinea la necessità di consolidare ed ampliare le funzioni fondamentali delle Province” e che “con l’elezione diretta si ottiene una maggiore legittimazione”.