Calabria, il futuro passa dal recupero dei borghi. Gallo e Nucera a confronto sulle strategie
La Regione necessità di un modello di sviluppo definito e non più rinviabile. Le proposte de "La Calabria che vogliamo" all'assessore Gallo
22 Maggio 2021 - 11:16 | di Claudio Labate
Ricercare, rilanciare e perseguire un modello di sviluppo per la nostra Regione che sta diventando punto di riferimento e di attrazione non solo per l’Europa, è possibile. Così la pensano Gianluca Gallo, assessore regionale all’Agricoltura e Giuseppe Nucera presidente de “La Calabria che vogliamo”, intervenuti nel corso della diretta social di CityNow, Live Break.
Un momento di confronto per parlare di sviluppo e di futuro, con una idea ben precisa nella mente di Nucera.
Borghi da recuperare
Il presidente de “La Calabria che vogliamo” scende nel dettaglio della sua proposta premettendo, senza indugio che sui borghi la Calabria sta investendo tanto, sia con investimenti diretti verso i comuni per recuperare le parti pubbliche dei nostri borghi interni ma anche con contributi ai privati per ristrutturare le loro case.
“La nostra proposta va oltre, perché va in profondità. Nel senso che vuole dare una risposta e recuperare quelle parti dei borghi abbandonate, diroccate, proprio nei centri storici. Dove insistono fabbricati che i proprietari non si sa più chi sono, perché sono eredi. L’idea nostra è semplice. Questi spazi che vengano recuperati, e che vengano acquisiti dal patrimonio pubblico comunale con un piccolo contributo perché la legge non lo consente. Poi la Regione, con i fondi europei, con la prossima programmazione del Por preveda una misura forte, non simbolica, per dare la possibilità ai Comuni di acquisire questi spazi e contestualmente recuperare queste vecchie e, una volta costruite e rese agibili, darle in comodato d’uso gratuito a chi vuole venire in Calabria, sia calabresi giovani o non giovani, ma anche agli stranieri”.
Occorrono coraggio e scelte precise
Gianluca Gallo raccoglie la proposta di Nucera classificandola come una “idea importante e interessante, da perseguire”. Tuttavia l’assessore regionale non si esime dal ricordare che i modelli di sviluppo della nostra regione sono stati altri nel corso degli anni, mentre altre regioni del nostro paese hanno pensato questo modello di sviluppo. Gallo rimarca come recentemente anche al sud ci hanno provato, con successo abbastanza buono, la Puglia e la Basilicata. Non sottacendo che in quegli stessi anni a noi ci propinavano modelli di sviluppo diversi, con in testa il centro siderurgico di Gioia Tauro, poi miseramente fallito.
“Sono stati tagliati 5 mila agrumeti della piana, e negli anni altri modelli di sviluppo si sono rivelati assai fallaci. Oggi pensare, soprattutto nel dopo Covid, ad un modello di sviluppo diverso per una regione che ha tanto da offrire, una regione come la nostra che ha migliaia di ettari di bosco che ha parchi nazionali, quindi risorse ambientali, religiose e storiche da scoprire, che si intrecciano in un percorso con l’enogastronomia e con un fattore che è il fattore clima che consente di avere almeno 10 mesi all’anno di fruizione anche in spazi esterni, beh io penso che possa essere considerato un giusto modello di sviluppo”.
Cosa può, e deve, fare quindi la Regione Calabria, lo spiega Gallo:
“La Regione lo ha già fatto e continuerà ad inserire risorse economiche importanti e cospicue per la promozione dei borghi e dei centri storici, ma con il coraggio anche di dire che non tutti i nostri paesi sono centri storici o borghi da valorizzare, facendo delle scelte precise e quindi andando a valorizzare chi già ha compiuto dei percorsi, e anche nel settore privato valorizzando le iniziative migliori perché non per forza bisogna dare sostegno a tutti coloro i quali pensano di improvvisarsi in questo campo”.
Un’idea da cui partire Gallo ce l’ha ed è quella dei sentieri del vino e dell‘olio che potrebbero costituire un’offerta di azione imprenditoriale nel settore agricolo che ha compiuto passi importanti in questi ultimi anni.
“Potremmo fare un percorso per le cantine ma anche per i migliori frantoi che possa valorizzare beni e prodotti agricoli. Innanzitutto prodotti enogastronomici, agroalimentari”.
Tradizione ma anche innovazione
Per Gallo è chiaro che l’obiettivo è quello di avere e permettere quello che in quest’ultimo anno è diventato assai comune, lo smart working o il south working, che sono stati una piacevole scoperta, con la capacità di controllare i carichi di lavoro.
“Molti nostri conterranei hanno avuto la possibilità di rientrare a casa e lavorare da casa, quindi senza abitare nelle loro case delle grandi città. Questa scoperta del lavoro a distanza però potrebbe osservare vincoli posti dalle tecnologie che devono essere a disposizione degli utenti cittadini che dovessero pensare di utilizzare queste nuove unità immobiliari che si andrebbero a creare e che dovrebbero essere occupate. Se decidi di vivere una vita tranquilla in un posto salubre come la Calabria, non con i ritmi della città, devi disporre di servizi, primo fra tutti quello della connessione tecnologica. I fondi messi a disposizione dalla Comunità europea per i prossimi anni si orienteranno sia sul miglioramento ambientale, sia sul welfare in generale, sia sulla tecnologia”.