Campana (Verdi/Avs): ‘L’inutile rigassificatore di Gioia Tauro è solo un altro spot di Occhiuto’

Il coordinatore regionale del partito: 'Investire nell’impianto è diseconomico ed è falso anche il dato sull’occupazione per rabbonire la popolazione'

occhiuto mediterranea

«Notiamo con grande dispiacere che le posizioni assunte a seconda della convenienza politica ispirino il presidente della Regione ad essere sul Pollino un ambientalista e a Gioia Tauro un industrialotto. Come nei casi della centrale del Mercure e del rigassificatore di Gioia Tauro». È quanto dichiara il coordinatore di Europa Verde-Verdi/Avs, Giuseppe Campana.

«Ma è proprio l’atteggiamento sulla Piana di Gioia Tauro che ci preoccupa di più. La Piana continua ad essere trattata come la “pattumiera della Calabria”, circondata da “insulti” all’ambiente e alla popolazione, come l’unico inceneritore calabrese, un mega depuratore che serve quasi la metà dei comuni del comprensorio, nel quale arrivano da mezza Italia misteriosi “bottini”; l’inquinante centrale a turbogas di Rizziconi collegata ad un elettrodotto ad altissima potenza, ed infine il previsto rigassificatore più grande d’Europa».

Un progetto bocciato per due volte

«Un impianto – continua Campana – sul quale il sindaco di Gioia Tauro, pur garante della salute dei suoi concittadini, non si preoccupa di attuare il principio di precauzione. Un rigassificatore da 12 miliardi di metri cubi espandibili a 16, già bocciato per due volte di fila dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici poiché ricadente in un territorio di massima sismicità. Bocciature nette avvenute nel 2011 e nel 2023».

Un investimento diseconomico

«Investire in questo tipo di impianto è anche inutile e diseconomico perché la curva dei consumi di gas in Italia, nonostante la costante crisi geopolitica internazionale, è in continua discesa. La certificazione del crollo del consumo di gas in Italia arriva direttamente dal Dipartimento Energia del Mase: nei primi sei mesi del 2024 sono stati consumati appena 31 miliardi di metri cubi, il dato più basso dal 2013, a testimonianza di un impoverimento degli strati deboli della popolazione, costretti ad abbassare la temperatura del riscaldamento per poter sopravvivere e arrivare a fine mese».

Occupazione e speculazione finanziaria

«Falso anche il dato, tanto sbandierato, sui livelli occupazionali, sui quali si vorrebbe fare leva per rabbonire la popolazione con la speranza di un lavoro che per noi non c’è. Completata la fase della costruzione, l’impianto garantiva sulla carta circa cento posti di lavoro per la gestione e la manutenzione, suddivisi per tutti i 33 comuni della Piana, secondo un calcolo compensativo di tre unità lavorative a comune concordato con il proponente. Peccato che una volta esaurita la fase costruttiva, la richiesta di manodopera riguardi solo lavoratori altamente qualificati, non facilmente reperibili sul mercato del lavoro».

«Un’operazione di facciata per dilapidare denaro pubblico»

«Che il progetto del rigassificatore a Gioia Tauro sia solo un’operazione di facciata per dilapidare denaro pubblico lo si evince dalla richiesta del proponente al governo Meloni di fruire del 110% del “fattore di garanzia”. Una richiesta che fa riferimento alla possibilità di ottenere agevolazioni finanziarie e supporto statale senza mettere un euro di tasca propria, scaricando tutto il peso economico sulle tasche dei contribuenti».

«I cittadini avrebbero pagato con la propria bolletta del gas per venti anni una enorme speculazione finanziaria. Insomma, l’operazione rigassificatore nella Piana di Gioia Tauro è l’ennesima trovata pubblicitaria di un governatore a cui non interessa il benessere dei calabresi ma solo poter vantare, nel corso della prossima campagna elettorale per le Regionali, operazioni “fantasma”, fumo negli occhi per nascondere quanto concretamente è stato prodotto in cinque anni: pseudo riforme farlocche e ore e ore di reel ingannevoli».