Caos Dante, anche il Consiglio di Stato inchioda l’Ateneo: ordinato il reintegro di Scarfone e De Medici
Il Consiglio di Stato dichiara illegittima la decadenza di Ruggero De Medici e Beniamino Scarfone dal CdA dell'Università Dante Alighieri, ordinandone il reintegro
27 Gennaio 2025 - 16:49 | di Pasquale Romano
Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale (Sezione Settima), ha emesso una sentenza definitiva riguardante il complesso contenzioso sull’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria. Al centro della disputa vi era la decadenza dei consiglieri Ruggero De Medici e Beniamino Scarfone dal Consiglio di Amministrazione dell’Università, dichiarata per presunta assenza ingiustificata alle riunioni.
La sentenza ribadisce la necessità del reintegro dei due consiglieri, annullando la precedente decisione del Consiglio di Amministrazione che aveva disposto la loro decadenza. Secondo i giudici del Consiglio di Stato, le motivazioni alla base della revoca risultano carenti sotto il profilo della valutazione concreta delle giustificazioni addotte dagli interessati.
Le motivazioni del Consiglio di Stato
Il Consiglio di Stato ha rilevato che la delibera di decadenza, emessa sulla base dell’art. 33, comma 2 dello Statuto dell’Università, è risultata viziata per difetto di motivazione. In particolare, i giudici hanno evidenziato che il Consiglio di Amministrazione non ha adeguatamente esaminato le giustificazioni presentate dai consiglieri per le loro assenze alle riunioni. Le giustificazioni erano state trasmesse preventivamente, ma la valutazione è stata ritenuta insufficiente e non in linea con i principi di effettività della tutela giurisdizionale.
La sentenza sottolinea che l’assenza di una motivazione puntuale e approfondita ha reso illegittima la delibera di decadenza, in quanto non sono stati considerati gli elementi di fondo relativi alla partecipazione dei consiglieri e alle circostanze specifiche che hanno determinato le loro assenze.
Il punto centrale: l’interesse alla governance dell’Università
Nel pronunciamento, il Consiglio di Stato ha ribadito il principio secondo cui le deliberazioni di decadenza devono essere accompagnate da una motivazione seria e approfondita, specialmente quando riguardano il diritto di partecipare alla governance di un organo collegiale. La decisione, ha spiegato il Collegio, non può basarsi su valutazioni superficiali che ignorano le circostanze oggettive e soggettive degli interessati.
I giudici hanno inoltre posto l’accento sull’importanza della trasparenza e del rispetto delle regole statutarie per garantire il corretto funzionamento degli organi collegiali. La sentenza ribadisce che il diritto di far parte del Consiglio di Amministrazione di un ente pubblico non può essere limitato se non per motivazioni inequivocabili, che devono essere esplicitate con chiarezza.
Con questa sentenza, il Consiglio di Stato ha consolidato la decisione di reintegrare Ruggero De Medici e Beniamino Scarfone nel Consiglio di Amministrazione dell’Università per Stranieri “Dante Alighieri”. La decisione rischia di avere ripercussioni sull’equilibrio interno dell’organo collegiale, che dovrà riprendere la propria attività con una composizione conforme alla legge e ai principi di giustizia amministrativa.
Dante Alighieri inoltre condannata dal Consiglio di Stato a rifondere ai ricorrenti le spese del grado di giudizio, liquidate complessivamente in 4 mila euro oltre oneri di legge.
Da capire adesso se finalmente, dopo l’ennesima sentenza a loro favorevole, i consiglieri Scarfone e De Medici saranno reintegrati all’interno di un consiglio di amministrazione che negli ultimi mesi si è riunito in una composizione apparentemente illegittima.
Da capire inoltre le reazioni delle varie parti coinvolte: da un lato, UniMarconi e i nuovi soggetti entrati a far parte dell’Università Dante Alighieri (informati tramite notifica della sentenze sfavorevoli all’ateneo reggino), dall’altro, del sindaco Falcomatà, che nelle scorse settimane aveva promesso battaglia, sino al voler impugnare del cda definito ‘fantomatico’ dal primo cittadino.