Caos rifiuti in Calabria: la ricetta a breve scadenza di Amalia Bruni

Sanità, rifiuti e lavoro: le soluzioni per il candidato del centrosinistra


Capire dove mettere le mani in pasta per far rialzare la Calabria non è affatto semplice. Rifiuti, sanità, lavoro sono di certo fra i temi più scottanti, sui quali i candidati presidenti dovranno fornire risposte agli elettori.

Nell’intervista di ieri, a CityNow, Amalia Bruni ha fornito un quadro generale, annunciando di avere già pronto il piano per i rifiuti che, in caso di vittoria diventerebbe operativo a partire da novembre.

Il ciclo dei rifiuti

Rifiuti, una vera e propria piaga che affligge la Calabria da nord a sud e che, nell’ultimo anno, si è trasformata in tormento per i cittadini di Reggio. Cosa pensa di fare la candidata del centrosinistra per risollevare la situazione?

“Il 47% dei rifiuti da noi prodotti – ha spiegato la scienziata durante l’intervista a Live Break – sono costituiti da umido.  La nostra idea è quella di creare una raccolta ben fatta che parta da centri di raccolta provinciale in modo tale da eliminare molta della spazzatura sgradevole, che ha un pessimo odore e devasta i territori”.

L’altro asso nella manica della coalizione sono i distretti ecologici:

“Questi ultimi – ha detto Bruni – ci darebbero la possibilità di creare lavoro ed allo stesso tempo dare una bella scossa all’economia”.

Rinnovare il vecchio è l’altra strategia a cui punta la sinistra:

“I centri oggi operativi lavorano con tecnologie ormai obsolete che necessitano di un’inevitabile rinnovo. Per questo motivo abbiamo già predisposto un piano regionale, pronto già a partire da novembre”.

Leggi anche

Come si salva la sanità

L’altro tasto dolente della Calabria è la sanità. La crisi va avanti da anni, ma nell’ultimo periodo è, inevitabilmente, peggiorata a causa della pandemia.

Commissariata dal 2010, la sanità si trova al centro dei programmi di tutti i candidati alla presidenza.

“L’incubo è totale – ha affermato Amalia Bruni -. La ricetta del commissariamento messa in atto attraverso i Decreti Calabria 1 e 2 è stata davvero devastante, la pandemia non ha fatto che far scoppiare le criticità che già esistevano”.

Facendo un tuffo nel passato, all’inizio della sua carriera, Bruni ricorda che, seppur con tante pecche, negli anni ’80 dava comunque qualche speranza.

“Oggi, invece, c’è da ripartire da zero perché ci troviamo in mezzo alle macerie. 4600 operatori ci hanno lasciato per pensionamento e i concorsi non si sono rifatti, quindi i posti sono rimasti deserti.  Manca l’assistenza domiciliare, gli ambulatori territoriali sono svuotati da medici che non ci sono, il 118 viaggia senza personale, la psichiatria ridotta al lumicino, i centri di demenza numericamente altissimi sono costituiti da un medico che ci va 2 volte a settimana quando riesce”.

L’elenco delle problematiche sanitarie in Calabria, anche non legate al Covid, potrebbe essere infinito.

“Bisogna creare un patto fortissimo con il Ministero della Salute ed il Ministero di Economia e Finanza, insieme ai calabresi, non sulla testa dei calabresi. Un tavolo istituzionale con autorevoli esponenti calabresi che possano testimoniare l’inconsistenza di questi 12 anni di commissariamento.

Per fare annullare il debito contratto in tutti questi anni, però, abbiamo bisogno prima di misurarlo. Per questo servono delle eccellenze che ci aiutino in questo percorso. Non si esce da questa emergenza da soli”.

Leggi anche

Lavoro

Un tema di cui non si è discusso molto in campagna, ma che rappresenta, invece, una chiave fondamentale soprattutto per i giovani che vorrebbero rimanere in Calabria, ma che spesso si trovano costretti a partire, è il lavoro. Argomento caro ad Amalia Bruni che, nonostante forze opposte e contrarie, si è sempre spesa, a livello professionale, per la sua Regione.

“Il lavoro è un tema trasversale. Per crearlo bisogna mettere mano alla sanità, ai trasporti, alle infrastrutture, alla cultura.

Ciò di cui abbiamo sicuramente bisogno è una cerniera di congiunzione tra le università e la Regione perchè servono tante e più start up, sono queste che creano strutture lavorative

Una scuola per la pubblica amministrazione per rinnovare il comparto dirigenziale che oggi è completamente sguarnito. È necessario mettere dentro persone capaci”.

Infine, Bruni annuncia anche una novità della Giunta che potrebbe portare il suo nome, “l’assessorato all’Europa“.

Leggi anche