Giuffrè (Agedo): “Vicine a Patrizia Gambardella. Diciamo basta all’odio sessista”
"Con linguaggio d’odio sessista è stata attaccata la nostra amica Presidente del Cuore di Medea, insulti che coinvolgono tutte noi donne". Le parole di Mirella Giuffrè Agedo Reggio Calabria
02 Ottobre 2019 - 15:47 | comunicato stampa
“Le parole sono pietre, le parole possono trasformarsi in pallottole, bisogna pesare ogni parola che si dice e far cessare questo vento d’odio”.
Con queste parole di Andrea Camilleri vorremmo riflettere e far riflettere sul linguaggio, che leggiamo e ascoltiamo giornalment , carico di odio, violenza, sessismo, razzismo, omofobia mirato esclusivamente a colpire, denigrare, discriminare le persone e non più a discuterne le idee. Una dinamica che ritroviamo soprattutto sui social dove l’aggressività è ormai tono di voce abituale, dove l’altro, chi ha opinioni o stili di vita diversi dai nostri diventa automaticamente un nemico da abbattere a colpi di insulti, minacce, offese.
Con questo linguaggio d’odio sessista è stata attaccata la nostra amica e socia Patrizia Gambardella, Presidente del Cuore di Medea, insulti che coinvolgono e offendono tutte noi donne, da sempre nel mirino di uomini (?) che ci apostrofano con parole misogine e assumono un atteggiamento d’odio e di violenza, soprattutto verso quelle donne che difendono altre donne vittime di violenza maschile, come nel caso di Patrizia che con l’associazione Il Cuore Di Medea lavora da anni per sostenere e proteggere donne contro la violenza di uomini.
Diciamo basta! Denunciamo e facciamo fronte comune contro un linguaggio sessista che è ormai sdoganato sul web, ma anche in famiglia e sul luogo di lavoro. In una società sempre più digitalizzata si pone il tema di come garantire il rispetto di diritti costituzionalmente riconosciuti: da una parte quello alla libertà d’espressione, dall’altra quello al rispetto della dignità e alla non discriminazione delle persone attraverso il contrasto a tutte le forme di linguaggio sessista, razzista, xenofobo, omofobo e in genere discriminatorio e di incitazione all’odio e alla violenza.
Come associazione di genitori e famiglie sosteniamo che lo strumento per fermare il linguaggio dell’odio è quello di educare i giovani sin dalla scuola primaria a una comunicazione rispettosa degli elementari principi di civile convivenza. Superare i germi della violenza quando è ancora solo verbale, ma non per questo meno pericolosa.
Fonte: Mirella Giuffrè – Presidente A.GE.D.O. Reggio Calabria