Incendi nel reggino, Fortugno: ‘Vita dei nostri antenati distrutta. Chiediamo stato di calamità’ – FOTO

"Spero che Regione dichiari stato d’emergenza. Brutto ricordo dell’incendio del 2021, i residenti non hanno visto un centesimo" le parole di Fortugno


Le immagini dal vivo degli incendi di questi ultimi giorni sono state terribili e scioccanti, hanno reso bene l’idea dell’incubo vissuto dalle comunità di Lazzaro, Riace, Arghillà, Mosorrofa e Cardeto.

Proprio nelle vallate di Cardeto Nord,  si è contata anche una vittima: Diego Aquilino, l’anziano di 96 anni conosciuto come ‘Zi Decu’, morto nel tentativo di proteggere la propria abitazione dalle fiamme.

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La strada per Cardeto Nord è un paesaggio spettrale da film post-apocalittico. Si passa da Mosorrofa e Sala, le fiamme sarebbero partite da qui. Alcuni abitanti in piazza ci fermano, ci portano a casa loro per vedere da vicino i danni alle proprietà, ai terreni, all’intera vallata:

“Hanno distrutto un territorio. Tra noi vicini ci siamo aiutati per limitare i danni, evitare che le fiamme arrivassero fin dentro casa. Facevamo il possibile, mentre le autobotti andavano avanti e indietro per ricaricarsi, tornare a spegnere le fiamme: c’era anche un problema con l’acqua, come ogni estate. E così non si riusciva a far fronte alla situazione”.

Vedere le nostre montagne andare a fuoco è stato traumatizzante, ma lo è altrettanto procedere tra le mulattiere tutte curve e buche e constatare la desolazione delle nostre vallate, carbonizzate e desertificate dagli incendi di questi giorni. Arriviamo al luogo d’incontro, ad aspettarci è Francesco Fortugno, vicesindaco di Cardeto. Con la sua auto ci spostiamo verso la zona maggiormente colpita dalle fiamme delle scorse ore.

“Questa è la zona dove c’è stato maggior danno. Il disastro è stato qui, vicino all’abitazione del nostro concittadino Diego Aquilino. Il forte vento ha alimentato l’incendio che si trovava a valle nella zona di Garcea. Le notti precedenti era stato sotto controllo, ma il problema è che a un certo punto in quell’area non si è potuto operare: le squadre di terra erano in grosse difficoltà. Si aspettava l’indomani mattina per avere l’intervento di un Canadair a spegnere l’incendio, ma purtroppo nel frattempo il vento ha fatto questo disatro”.

Continua Fortugno:

“Ci sono stati momenti di panico, di terrore. Vedere case, alberi e boschi, la vita dei nostri antenati andata distrutta, è una cosa terribile”.

Anche il vicino di casa del compianto Diego Aquilino, il signor Pietro, ci racconta quei momenti terribili e il suo scoramento:

“Per fortuna casa mia non ha subito troppi danni, ma le pinete che vede laggiù sono della mia famiglia, e sono andate distrutte. Ho 72 anni, con una pala e poca acqua ho cercato di fare il possibile”.

Rientriamo, per strada molti residenti ci fermano per aiuti e segnalazioni: il tronco in mezzo alla strada da spostare, i pini vicino al curvone da estirpare onde evitare altre tragedie. Si perchè dopo l’incendio, ci sono ovviamente i danni da riparare.

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E qui il vicesindaco esprime le sue preoccupazioni:

“Questi danni non possono essere affrontati dal Comune: siamo “piccoli” e con scarse risorse finanziarie. Noi facciamo richiesta del riconoscimento di calamità naturale. Spero che la Regione Calabria dichiari lo stato d’emergenza. Ho qualche brutto ricordo dell’incendio del 2021, quando tutte le frazioni della parte alta di Cardeto hanno subito gli stessi danni. Nonostante il bando della Regione i residenti non hanno visto un centesimo di risarcimento danni, e spero che questa volta non succeda”.