Reggio, vandalizzata la targa di Norma Cossetto, FdI: ‘Comune e Metrocity intervengano’
A pochi giorni dal Giorno del Ricordo, vandalizzata la targa di Norma Cossetto a Reggio Calabria. FdI chiede il ripristino
02 Febbraio 2025 - 15:24 | Comunicato Stampa
A pochi giorni dal 10 febbraio, ricorrenza del “Giorno del Ricordo” in memoria delle oltre 20mila vittime delle foibe e dell’esodo Istriano-Giuliano-Dalmata, istituito con la Legge nr. 92/2004 proposta dal parlamentare di Fratelli d’Italia Roberto Menia, a Reggio Calabria ignoti vigliacchi nottetempo hanno distrutto la targa dedicata a Norma Cossetto, studentessa istriana torturata, violentata e gettata ancora viva nella foiba di Villa Surani dai partigiani comunisti jugoslavi per la sola colpa di essere italiana.
La storia della targa di Norma Cossetto a Reggio Calabria
La targa, originariamente realizzata dall’Associazione “Reggionamenti”, fu posta all’interno dell’Area archeologica “Griso-Labocetta”, sulla facciata di uno stabile prospiciente la Via del Torrione l’8 marzo 2005, proprio per ricordare il sacrificio di una giovane donna che, in quello stesso anno, fu insignita della Medaglia d’Oro al Valor Civile dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, con la seguente motivazione:
«Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio.»
Due anni addietro, fra le proteste generali, la targa fu spostata sotto la scalinata di Via 2 Settembre, in una zona inadeguata e poco visibile.
Atti vandalici e richieste di ripristino
Lo scorso anno, la targa era già stata imbrattata con vernice nera, con il simbolo dell’anarchia. Adesso è stata distrutta, e sui muri sono state scritte frasi oltraggiose e indegne di un popolo civile.
A seguito di questo gravissimo episodio, Fratelli d’Italia di Reggio Calabria, facendosi portavoce dello sdegno dei reggini, chiede una ferma presa di posizione di condanna da parte delle istituzioni locali per questo gesto vile che offende le coscienze di tutti ma, soprattutto, che Comune e Città metropolitana (che è proprietaria dell’Area archeologica) si facciano carico di ripristinare la targa e riposizionarla nel luogo originario, in cui è stata rispettata e omaggiata per oltre 18 anni.